In omaggio ad Anna Maria Ortese
E’ stato un privilegio e soprattutto un piacere partecipare ai due giorni del Premio l’Iguana alla sua prima edizione che, ci auguriamo, sarà seguita da tante altre. Un premio dedicato ad una scrittrice complessa e profondamente impegnata ad indagare nell’universo umano: Anna Maria Ortese che ancora oggi non è sufficientemente riconosciuta e valutata. Il Premio, che ha anche l’intento di trasmettere una maggiore diffusione della sua opera, è stato ideato e voluto da{{ Esther Basile}}, {{Maria Stella Rossi }} e {{Lucia Daga }} che lo hanno organizzato e realizzato in un clima di eccezionale partecipazione e condivisione a tutti i livelli: di giuria ( con 6 sezioni: narrativa, poesia edita, poesia inedita, cortometraggi, fotografia, composizione di brani musicali sul tema del Mediterraneo),di collaborazione da parte delle Autorità locali e soprattutto da parte degli eccezionali ospiti della location in cui si è svolto, una cornice ideale: il Castello di Prata Sannita, ricco di storia e di autentica bellezza.
Il Premio si è avvalso della prestigiosa partecipazione dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, dell’Associazione culturale Eleonora Pimentel e di una rete di collaborazioni nazionali fra cui la Biblioteca Nazionale di Napoli, Teatro San Carlo, DA- Società Dante Alighieri- Firenze, Biblioteca dell’Abbazia benedettina di San Vincenzo al Volturno- Isernia, sotto l’Egida del Parlamento Europeo, con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il Patrocinio della Presidente della Camera dei deputati e della Presidenza del Consiglio Regionale del Molise.
Il Castello di Prata è proprio quello che potremo immaginare castello, possente e svettante, con le sue rotondità che contribuiscono a connotarlo allo stesso tempo come un castello di fiabesca magia ma anche di rassicurante sicurezza. E’ solo in parte accessibile e in alcune sale ti trovi intorno solo le pareti di nuda pietra e in alto , come tetto il cielo. Il cielo è ovunque così anche alberi e prati . Le sue pietre trasudano vita perché ospitano ancora la ‘loro’ castellana: Donna Lucia Daga Scuncio con suo figlio Vittorio .Sia Lei che il figlio, di squisita gentilezza , attenti a risolvere piccoli inconvenienti e problemi con simpatia e quel sorriso speciale di chi fa le cose con amore e passione perché si muove nel proprio ‘spazio’ dove tanta ricchezza di storia e cultura non può che contribuire a dare sicurezza e reale ‘autorità’. Interessante visitare i due musei che il Castello ospita: reperti di guerra e della civiltà contadina.
Ai piedi del Castello un antico mulino dove scorre il Lete, è stato luogo di incontro per le proiezioni video della sezione corti a cui ho partecipato, presieduta da {Matilde Tortora} che ha ben coordinato i membri della giuria rappresentata da {{Rosy Rubulotta,Antonio Picariello e Carlo Damasco.}}
Il {{corto }} premiato è {Lina/Màlina} di {{Caroline Abitbol}} (Francia),con la motivazione che ha messo soprattutto in rilievo la vicinanza dei testi (di {{Lina Mangiacapre}}) all’universo Ortesiano nella difesa e valutazione dell’Innocenza contro la barbarie e la corruzione .
E’ interessante segnalare le altre sezioni anche se non potrà una semplice lista trasmettere la gioiosità, la partecipazione, l’autentica condivisione allo svolgersi della premiazione e soprattutto il piacere di ascoltare alcune{{ pagine della Ortese}} da parte della bravissima attrice, {{Annamaria AcKermann}} e di brani e poesie dalle pubblicazioni e dagli inediti, premiati o segnalati, letti da {{Lucia Cervelli}} e {{Edoardo Siravo}}.
Performance e intervenuti musicali si sono piacevolmente alternati con {{Maurizio Santilli, Arnolfo Petri,}} il sassofonista {{Nicola Rando}}, le chitarriste e cantanti {{Patrizia Lopez}} e {{Anna Grazia Nicolaj}}. Intervento d’eccezione anche del poeta {{Elio Pecora}}, presidente di giuria, che ci ha regalato alcune sue sensibili interpretazioni di canzoni classiche napoletane. A sorpresa Elio Pecora ha ricevuto dal Sindaco, alla fine dei lavori, un albero ‘in dono’, un albero, nei pressi del Mulino, sul cui tronco verrà affissa la targa con il nome del poeta; è stato un momento emozionante e, direi, davvero inaspettato per originalità e importanza.
Nella {{sezione narrativa}}, si è aggiudicato il primo premio lo scrittore {{Nicola Mastronardi }} con il romanzo storico {Viteliù}, definito “ opera pregevole che unisce l’esattezza della ricostruzione storica, rivolta al riscatto del popolo sannita dall’oblio, ad uno stile narrativo immediato e attraente.”
Il secondo posto è stato attribuito ad {{Alessandro Sarti }} con l’opera { Intervenite Numerosi} che si era classificata nella rosa dei cinque libri finalisti, tutti di spessore letterario notevole,“per il significativo recupero di tradizioni che coniugano valori e forze propositive ripresi con uno stile narrativo sorvegliato e affabile”.
Secondo posto ex aequo al romanzo storico {Sono tornata } di {{Clara Schiavoni}}, terzo posto per {Social zoo} di {{Aldo Putignano}} ed ex aequo per {La solitudine della cattedra} di {{Titti Folieri.}}
Nella {{sezione poesia}} {{edita}} primo posto per {{Fernanda Ferraresso}}, secondo posto per {{Francesco Paolo Tanzj}}, terzo ex aequo per{{ Loreta Salvatore}} e {{Anna Maria Liberatore}}; la {{poesia inedita }} ha premiato {{Barbara Grubissa}}, {{Ciric Slobodanka}} al secondo posto,{{ Brigidina Gentile}} e {{Ketty Martino}} ex aequo al terzo; la foto premiata al primo posto è di {{Vincenzo Grande}}; {{brano musicale}} premiato composto da {{Giuliano Gabriele}}.
Fuori concorso due premi speciali: per Matilde Tortora per il libro ‘Ortese e il cinema-Lettere inedite’ e per Carlo Damasco per il suo corto ‘Un paio di occhiali’ , ispirato al racconto della Ortese.
Molto ammirati i premi: piatti in ceramica di bravissimi artigiani locali , opere del giovane artista Simone Zaccarella e piccole campane dell’illustre fonderia vaticana Marinelli.
Ma ci sarebbe tanto ancora da raccontare come la deliziosa cena offerta dallo chef di Agnone in cui la cultura del ‘cibo’ si è fatta autentica narrazione e ha dato quel gusto in più che solo il cibo preparato con passione e amore può avere ; conoscerne i retroscena di storico passato ,che il presente non tradisce ,è quasi esaltante come l’assaggio stesso del prodotto.
A sorpresa l’arrivo dell’avv. Gerardo Marotta che ha come sempre interpretato in modo appassionato e con ferrea logica il momento attuale cogliendone gli aspetti drammatici e riconducendoli ad un passato non sempre ricordato per potere affrontare forse meglio il presente e dare nuove migliori possibilità al futuro soprattutto dei giovani che invita ad una più attenta conoscenza e amore per la cultura e in primis lo studio e la conoscenza della filosofia e in genere della nostra cultura umanistica.
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