In relazione:perché? e soprattutto come? XIII° Edizione Scuola Estiva della Differenza
Dal 7 al 10 settembre 2015 a Lecce si svolge la XIII° Edizione Scuola Estiva della Differenza sul tema “In relazione: perché? e soprattutto come? Bioetica, biopolitica e tanatopolitica” in collaborazione con la Comunità delle Benedettine di LecceXIII
Essere in relazione: pratica politica femminile tematizzata già quarant’anni fa, ma che si presenta con l’urgenza di essere ripensata, non tanto nella direzione di una prospettiva democratica, che risponderebbe alla domanda “perché?”, ma nella direzione di un come che corrisponde meglio alla pratica della differenza. Un come che fa trasparire il metodo nuovo che non è più quello dei saperi e delle discipline esterne che pretendono di rappresentare l’universalità, ma un metodo che si affida a un sapere plurale e pure condiviso, perché sentito, sperimentato in prima persona e insieme percepito come comune.
L’anno scorso, nella “Scuola Estiva della Differenza” eravamo partite dal desiderio di fare il punto su ciò che è davvero essenziale nelle nostre vite di donne. In una società sempre in crisi e sempre pronta a rimescolare sicurezze e strategie, in molte avevamo sottolineato il desiderio di poter far leva sulla forza che è molla per la nostra libertà. Ed è imprescindibile.
Fedeli al progetto di essere sempre nel tempo, continuiamo quest’anno a interrogarci sul come accedere a questo nocciolo di verità e libertà che riconosciamo essere tra noi, ma che ci è presentato, sempre più spesso, avvolto in modo contraddittorio in un involucro apparentemente logico, garantito da norme e discipline e saperi specializzati, e tanto perfettamente calibrato quanto svuotante e insensato. Continuiamo a interrogarci sul perché quel nocciolo di verità, quanto più ci è proposto come assoluto tanto più lo percepiamo come un qualcosa di astratto, che prescinde dai nostri corpi e dai nostri desideri e ci offre certezze a buon mercato e libertà individuali incapaci di modificare alcun paradigma. Continuiamo a interrogarci sul perché quella che viene rappresentata come una parvenza di ripresa economica, istituzionale e di costume appaia a sua volta come una nuova manovra gestita dalla crisi economica internazionale, che ha bisogno di darci sicurezza per mantenerci in stallo.
Abbiamo imparato a leggere e decostruire paradigmi istituzionalizzati, stiamo imparando con sapienza e pazienza ad accedere a quei nuclei di verità incartati in opacità pesanti, ma soprattutto abbiamo imparato che l’amore per la libertà, come ogni amore, non può essere un’esperienza che si fa da sole, da soli: per amare bisogna essere in relazione, in solitudine proprio non si può.
In una società con parametri economici, lavorativi e dottrinari decisi da uomini per uomini, l’essere in relazione aiuta a dare risposte a questi tanti perché. Ma come si sta nella relazione? nella pluralità della relazione, non nella relazione di appartenenza, si può costruire il proprio radicamento. È nella pluralità della relazione che si trova nutrimento e sicurezza per le proprie scelte, è nella relazione che si possono compiere scelte condivise. Nella relazione impariamo l’ascolto e nella relazione siamo aiutati a muoverci tra più sicuri percorsi di autenticità e, perché no, anche più certi sentieri di felicità…