In Sicilia un numero verde per bullismo e cyberbullismo
In Sicilia è stato istituito un numero verde e una chat per ascoltare e segnalare casi di bullismo e cyberbullismo, disponibili per bambini, adolescenti e adulti, esempio di collaborazione virtuosa tra le istituzioni. Il servizio, attivo dal 10 aprile 2024 sarà operativo dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 20.
Il progetto è gestito dalla Fondazione onlus Telefono Azzurro attraverso il numero verde (800.280.000) e la chat (sul sito www.1nessuno100giga.it). Il progetto pilota “1nessuno100giga“ elaborato dall’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia e finanziato con quasi 2,4 milioni di euro dalla Regione Siciliana, attraverso l’assessorato dell’Istruzione e della Formazione professionale, prevede la collaborazione della piattaforma Elisa del ministero dell’Istruzione e del merito, della Fondazione Carolina e del movimento antibullismo MaBasta.
l progetto è stato avviato in base alla legge regionale del 2021 dedicata agli “Interventi per la prevenzione e il contrasto ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo sul territorio della Regione“
Le attività si svolgeranno durante il 2024 e saranno sviluppate da nove Centri territoriali di supporto (Cts), con il coinvolgimento di 802 istituzioni scolastiche statali del primo e secondo ciclo di istruzione. Ogni Centro, coordinato dal liceo scientifico Galileo Galilei di Palermo, avrà il compito di gestire la piattaforma di ascolto affidata alla Fondazione Onlus Telefono Azzurro.
Oltre alle attività di sensibilizzazione e sostegno alle famiglie delle vittime, il progetto prevede percorsi di formazione per docenti, studenti e genitori, curati da esperti e associazioni specializzate, al fine di promuovere una cultura di prevenzione e contrasto al bullismo e al cyberbullismo.
I ragazzi trascorrono gran parte del loro tempo tra i banchi ed è lì che sperimentano una buona fetta della loro socialità. Il ruolo della scuola è di primaria importanza per valutare ed implementare interventi mirati contro il dilagare del cyber bullismo. Il docente per il suo stesso ruolo deve essere un’antenna pronta ad intercettare e leggere ciò che accade alle dinamiche relazionali della classe e, come tale, parte attiva insieme alla scuola nella costruzione di strategie preventive e di contrasto al fenomeno. Il bullismo è un fenomeno complesso che spesso trae origine da un disagio profondo che riguarda il bullo e il gruppo, così come la vittima, e richiede dunque strategie in grado di cogliere e gestire questo disagio. Quindi, uscire da un’ottica di emergenza legata al singolo caso ed entrare in un’ottica di interventi strutturali a lungo termine è la strada da percorrere.
Il bullismo e la sua evoluzione tecnologica del cyber bullismo sono dei fenomeni che si possono manifestare proprio a partire dall’ambiente scolastico. Occorre favorire lo sviluppo e il consolidamento di una policy di prevenzione e contrasto al bullismo e al cyber bullismo di scuola e di comunità, caratterizzata dal coinvolgimento delle figure presenti sul territorio quali i Referenti scolastici al contrasto del cyberbullismo; realizzare programmi di sensibilizzazione, informazione e formazione, anche di tipo informatico, rivolte ai minori e alle famiglie, che mettano in luce il ruolo dello stesso nel promuovere e legittimare il fenomeno di vessazione; costruire campagne di comunicazione e sensibilizzazione destinate agli spettatori (alunni) che assistano ad episodi di bullismo o cyberbullismo affinché siano dotati di strumenti e di istruzioni per poter agire; analizzare pratiche già validate, per esempio i Programmi Regionali di Promozione alla salute che costituiscono una offerta volta a riorientare la frammentazione degli interventi, introducendo pratiche evidence based che rendono più sistematico il lavoro di prevenzione in quanto orientati verso la promozione di competenze in materia di salute e di autotutela.
La Legge 71/2017 nasce con l’intento di reprimere il fenomeno del bullismo e cyberbullismo tutelando ed educando i minori coinvolti, sia come vittime che come aguzzini. A tal fine, la legge prevede che in ogni scuola venga individuato un docente referente. Si vuole poi anche rafforzare il rapporto di dialogo tra il preside, rappresentante della scuola, e le famiglie degli studenti, mediante l’obbligo di immediata comunicazione in ipotesi di scoperta di episodi di bullismo o cyberbullismo. Se dovessero esserci sospetti poi verificati, dovranno essere adottati strumenti di assistenza alla vittima e sanzioni rieducative per l’autore del fatto illecito. Anche il Ministero dell’Istruzione gioca un ruolo attivo, predisponendo linee orientative di contrasto, formando il personale scolastico, rimandando poi ad ogni singola scuola per l’attività di sensibilizzazione. L’azione combinata di prevenzione e repressione ha lo scopo di riuscire, in sinergia, a creare una rete sociale di protezione che consenta alla vittima di trovare aiuto e al “carnefice” di essere punito ma anche di comprendere la gravità del proprio errore. Si dovrà lavorare molto sulla formazione dei giovani, insegnando loro come difendersi anche quando un adulto non può intervenire, come utilizzare gli strumenti in proprio possesso nella maniera più adeguata.