Inghilterra: Rischia il rimpatrio e la lapidazione la lesbica iraniana Pegah Emambakhsh
Dal sito www.socialpress.it riprendiamo questo articolo che denuncia il caso di Pegah Emambakhsh, lesbica iraniana di quarant’anni fuggita dall’Iran nel 2005 e arrestata a Sheffield, dove viveva, nella giornata del 13 agosto scorso con un procedimento di espulsione dal Regno Unito. La donna aveva richiesto asilo perché perseguitata nel suo Paese a causa dell’orientamento sessualePegah Emambakhsh è tuttora trattenuta all’interno del centro di accoglienza Yarlswood di Bedford, con un decreto d’espulsione slittato dal 16 agosto al 27 agosto grazie all’iniziativa degli attivisti di “Sheffield ASSIST – the Asylum Seeker Support Initiative” e all’intervento del locale PM Richard Caborn. Il PM avrebbe infatti chiesto una proroga per l’espulsione della donna alla Border and Immigration Agency (BIA) impegnandosi a effettuare maggiori accertamenti sul caso e sulla presunta omosessualità della stessa.
Matteo Pegoraro del Gruppo Everyone – unico gruppo di attivisti per i diritti umani che sta gestendo il caso dall’Italia, con la cooperazione dell’IRQO (Iranian Queer Organization) -, si è messo in contattato con Ann Campbell dell’ASSIST di Sheffield, che ha dichiarato che Pegah, a causa dello stress, ha riscontrato crisi nervose e avrebbe anche tentato il suicidio. “La donna è reduce da una vita di stenti e sofferenze: un matrimonio combinato da cui sono nati due figli che non può più vedere e una relazione profonda con {{una compagna che, scoperta dall’autorità iraniana, è stata arrestata, torturata e condannata a morte}}” dichiara Pegoraro, leader del Gruppo con Roberto Malini. “La donna iraniana viene descritta da chi l’ha incontrata negli ultimi tempi – e dagli stessi attivisti di Sheffield – come una persona molto carina, incredibilmente paziente, onesta e intelligente, che non chiede altro che una seconda chance per la propria vita”.
E’ essenziale, aggiunge Malini “che il Governo del Regno Unito accetti la richiesta di asilo sulla base delle dichiarazioni di Pegah Emambakhsh, che si dichiara omosessuale e pertanto rischia, se rimpatriata, l’arresto, la tortura e la messa a morte. Fare altrimenti significherebbe violare la vita privata della donna, rischiando di intimare umilianti dimostrazioni di natura sessuale, inutili esami clinici e psicologici, procedure inquisitoriali lesive della dignità umana”.
Anche Rami Lavitzky, polacco figlio della Shoah e noto studioso dell’Olocausto – membro del Gruppo Everyone -, ha dichiarato che “Persino lo Stato di Israele accolse gli Ebrei profughi dell’Olocausto solo in base alla fiducia nelle loro dichiarazioni. Molti erano infatti senza alcun documento che attestasse la veridicità delle loro parole”.
Il Gruppo Everyone ha inoltre stilato {{un appello rivolto al Governo del Regno Unito}} e a tutti Paesi che si ritengono civili – recapitato anche all’Ambasciatore italiano a Londra e alle principali organizzazioni che stanno seguendo il caso .
{{{Questo il testo dell’appello in italiano del Gruppo Everyone
}}}
{Per sottoscrivelo, inviare una mail con nome e cognome e con oggetto “Adesione appello caso Pegah Emambakhsh” a matteo.pegoraro@infinito.it o roberto.malini@annesdoor.com}
Pegah Emambakhsh (40) è una donna lesbica iraniana. A causa della sua omosessualità rischia di essere condannata a morte dal giudici della Repubblica islamica dell’Iran. Si è rifugiata in Gran Bretagna, a Sheffield, dove ha chiesto asilo politico. Questo diritto le è stato negato con motivazioni pretestuose, fra le quali il fatto che non sussistono prove certe della sua omosessualità, e dunque di un vero rischio di persecuzione in Patria.
_ Anche in Germania una giovane donna lesbica di nome Jasmine K. ha chiesto asilo ma le è stato rifiutato dalle autorità con la stessa inconsistente motivazione: non può provare di essere lesbica.
_ La “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani” protegge coloro che sono perseguitati a causa della loro diversità senza che questa debba essere provata. L’omosessualità è uno stato che esiste nel momento in cui viene percepito o anche solo dichiarato da un essere umano. Pretendere una prova di tale inclinazione è una violazione dei diritti umani. Persino lo Stato di Israele accolse gli Ebrei profughi dell’Olocausto solo in base alla fiducia nelle loro dichiarazioni. Molti erano senza documenti.
_ Questo è il solo modo di rispettare i diritti dell’uomo. L’alternativa sarebbero umilianti dimostrazioni di natura sessuale, inutili esami clinici e psicologici, procedure inquisitoriali lesive della privacy e della dignità umana. Il gruppo EveryOne chiede con forza che Pegah Emambakhsh, Jasmine K. e tutte le persone perseguitate in quanto omosessuali vengano ospitate come profughe dai paesi che si ritengono civili e tutelate dagli effetti dell’intolleranza.
{{Per il Gruppo Everyone}}: {Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Ahmad Rafat, Dario Picciau, Steed Gamero, Rami Lavitzky}
Anche il {{presidente nazionale di Acigay}}, Aurelio Mancuso, ha rivolto un accorato appello al Governo italiano affinché faccia pressioni su quello del Regno Unito: è urgente intervenire subito, se Pegah salirà su quell’aereo la sua esecuzione avverrà appena giunta in patria.
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