Io accendo questa fiaccola in onore di …
Gerusalemme, aprile 2013 : discorso alla cerimonia alternativa di accensione delle fiaccole di Yesh Gvul ( movimento per la democrazia che sostiene i “refusniks” dell’occupazione dal 1982) nel giorno dell’indipendenza di Israele (Yom Ha’atzma’ut)
Come attivista femminista per la pace – oggi con “Hamaabara” e la “Coalizione delle donne per la pace” – io accendo questa fiaccola in onore degli attivisti impegnati nella lotta contro l’occupazione, contro la discriminazione e l’oppressione, contro la violenza, e la violenza verso le donne, per i diritti sociali e politici e in ricordo della Nakba.
Io accendo questa fiaccola in onore della “Coalizione delle donne per la pace”, che è attiva contro l’occupazione e per la giustizia sociale. La cooperazione politica tra attiviste ebree e palestinesi nella Coalizione è fondata sul desiderio di promuovere una politica femminista radicale e dei collegamenti fra le lotte.
Io accendo questa fiaccola in onore di “Hamaabara”, che ha avuto inizio con il campo di tende di madri nubili a Gerusalemme durante l’insurrezione sociale dell’estate 2011 e che comprendeva famiglie, uomini soli, attivisti sociali e politici che si sono uniti a loro.
“Hamaabara” unisce donne e uomini, giovani e anziani, religiosi e laici, gente di destra e di sinistra, Aschenaziti e Misrahim, persone senza casa o diritti sociali, che vivono in povertà, e persone delle classi medie.
“Hamaabara” lotta per il diritto di tutti alla casa, e quando è necessario il gruppo occupa edifici abbandonati con lo slogan “No edifici vuoti e gente senza un tetto sulla testa”.
Io accendo questa fiaccola in onore di tutti quelli che aprono la loro vita per sentire la sofferenza quotidiana di donne, uomini e persone di diverso genere che vivono ai margini e si confrontano ogni giorno con la discriminazione, l’invisibilità, l’oppressione, il razzismo e la povertà. La forza che esiste in queste comunità si trova essa stessa costantemente intrappolata negli ostacoli insiti in una burocrazia cieca e assurda che rifiuta la loro umanità e la loro forza.
Io accendo questa fiaccola in onore di quelli che si consacrano ad un impegno di solidarietà e a formare partenariati per la giustizia:
In modo da imparare a smantellare il nostro razzismo, sessismo e “fobia dei queers” interiorizzati [[Usando l’espressione “fobia dei queers”, intendo includervi la fobia delle lesbiche, la fobia dei bi- e dei trans-sessuali e l’omofobia]]
In modo da liberare noi stessi e le nostre organizzazioni dalla cultura militarista.
In modo da imparare a creare organizzazioni senza oppressione né gerarchia, che sono le basi del patriarcato, e da imparare a lavorare in modo limpido, umile e amorevole.
In modo da adattare il nostro discorso alle visioni di giustizia e di pace alle quali aspiriamo.
In modo da trovare un equilibrio tra il nostro impegno a lavorare per la giustizia e il nostro benessere fisico ed emotivo che dobbiamo conservare.
In modo da riuscire a guarire le ferite di ciascuno di noi e di coloro che appartengono alle comunità emarginate. Guarire dovrebbe essere considerato un diritto umano elementare.
Io accendo questa fiaccola in modo che essa illumini la nostra strada nel cammino ancora lungo per la giustizia, la pace e la riconciliazione.
{traduzione di} {{Maria Chiara Tropea}}
testo diffuso da{{ Marianita De Ambrogio}}, mailing list donne in nero
Lascia un commento