#IOSTOCONLAMADREDIBARESSA
In questi giorni si è consumata l’ignobile vicenda che, dalle notizie a nostra disposizione, ha visto una bambina di soli due anni e mezzo strappata alla madre dalle forze dell’ordine in virtù di un provvedimento che ha deciso l’affido esclusivo della stessa al padre, nonostante l’assenza di giudizio di inidoneità genitoriale nei confronti della madre, nonostante la condotta abusante dell’uomo denunciata dalla madre, nonostante il parere negativo degli psicologi.
Tutto questo in nome del presunto diritto alla “bigenitorialità” della minore.
Il provvedimento è in contraddizione con la motivazione: come può definirsi rispetto del diritto alla bigenitorialità la privazione, in così tenera età, della presenza costante e della cura amorevole di una madre, in favore di un affidamento esclusivo al padre?!
La vicenda della madre di Baressa è l’emblema di un vero e proprio abuso che viene esercitato sempre più spesso nelle aule dei tribunali, nello sconcertante silenzio generale dei media nazionali e del mondo politico che, attraverso proposte di legge quali quella appena presentata sull’alienazione parentale, già presente nel contratto di governo, si rende per giunta connivente.
Ed è cosi che tante madri, già assoggettate ad una condizione di subalternità psicologica o economica dal proprio ex partner abusante, per il solo fatto di aver denunciato le violenze subite si ritrovano non solo private dei propri figli senza alcuno scrupolo, ma per giunta relegate in un isolamento sociale che, di fatto, le rende impotenti di fronte a tali aberranti ingiustizie.
Non c’è giustificazione che possa reggere un abuso come quello subito dalla madre di Baressa e dalla propria figlia, specie se a giustificazione viene posto il diritto alla bigenitorialità.
Occorre un’immediata mobilitazione da parte delle istituzioni affinché la figlia venga restituita alla madre il prima possibile e mai più figli vengano strappati alle madri in questo modo.
Il genitore violento e abusante non può essere considerato genitore affidabile dalla legge perché non è più un genitore nei fatti.
Roma, 15 luglio 2018