Iran: ancora attivista per i diritti delle donne in carcere
Somayeh Rashidi, studentessa di 24 anni e attivista per i diritti delle donne, è detenuta nella prigione di Evin dal 19 dicembre 2009, giorno del suo arresto. Si ritiene che sia detenuta a causa del suo impegno a favore dei diritti delle donne. Le è stato impedito di incontrare la famiglia e il suo avvocato.Somayeh Rashidi è già stata in carcere nei due giorni seguenti le manifestazioni del 4 novembre
2009, anniversario dell’assalto all’ambasciata americana a Teheran, nel 1979.
A seguito di una
dimostrazione a Teheran nel giugno 2006, che fu violentemente repressa dalle forze di sicurezza,
le era stato vietato di portare avanti i suoi studi per un semestre. Quando quest’anno ha provato a
riprendere la sua formazione, ha scoperto di avere una “stella” sul suo curriculum.
Questo è un
metodo usato dalle autorità iraniane per prevenire che studenti coinvolti in attività politiche o altro
possano continuare gli studi.
La Campagna per l’uguaglianza, conosciuta anche come la [Campagna per un milione di firme->http://www.signforchange.info/english/spip.php?article226], è
un’iniziativa popolare per i diritti delle donne. È stata lanciata nel 2006 con l’obiettivo di raccogliere
un milione di firme di iraniani, per chiedere la riforma della legislazione che discrimina le donne.
O_ ltre 50 attiviste della Campagna sono stati arrestati per le loro attività.
Per esempio, Alieh
Eghdam-Doust sta scontando una sentenza a tre anni di carcere per la sua pacifica partecipazione
nel 2006 a una manifestazione che chiedeva uguali diritti per le donne.
_ [Change for Equality->http://www.campaign4equality.info/english/], il sito
web della Campagna, è stato censurato dalle autorità iraniane almeno 21 volte.
Nell’agosto 2009, nella prima serie di “processi spettacolo” delle persone arrestate a seguito delle
contestate elezioni presidenziali tenutesi in giugno, il movimento per i diritti delle donne è stato
definito come parte integrante della presunta “rivoluzione di velluto”, con l’obiettivo di sovvertire il
governo iraniano.
Noushin Ahmadi Khorassani e Parvin Ardalan, entrambe esponenti di spicco della Campagna per
l’uguaglianza, così come il premio Nobel Shirin Ebadi, che la sostiene fin dalla sua fondazione,
sono state tutte citate come le leader del movimento delle donne, sebbene non fossero coinvolte
nel processo.
Alla fine di ottobre, attiviste per la Campagna per l’uguaglianza hanno iniziato a ricevere mandati di
comparizione e alcune – come Mehrnoush Etemadi e Hayedeh Tabesh – sono state arrestate. Ad
altre è stata negata la possibilità di andare all’estero ( Vedi [Iran: Renewed wave of intimidation and
harassment of women’s rights activists must end->http://www.amnesty.org/en/library/info/MDE13/117/2009/en],
).
Amnesty International teme che questi arresti e maltrattamenti delle attiviste per i diritti delle donne
segnino l’inizio di una nuova repressione delle loro attività pacifiche.
È possibile leggere un’[intervista a Somayeh Rashidi->http://www.signforchange.info/english/spip.php?article368] pubblicata in inglese sul sito signforchange.info o vedere un [video->http://www.signforchange.info/english/spip.php?article634], sempre in inglese, che parla di lei e del
suo lavoro.
– [Firma l’appello->http://www.amnesty.it/arresto_iran_diritti_donne.html]
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