Iran: le donne si riuniscono per chiedere l’uguaglianza dei diritti
Dal sito del Consiglio Nazionale della resistenza Iraniana riprendiamo questo articolo di Jila Kazerounian apparso sull’American Chronicle dedicato al primo anniversario del raduno delle donne iraniane contro il regime di segregazione di genere che regna nel loro paese.{{Migliaia di donne sono scese per le strade di Teheran}} in una protesta organizzata da molti gruppi di donne per opporsi alla repressione e alla diseguaglianza sotto il regime teocratico. Hanno cantato: “le donne sono esseri umani, ma noi non abbiamo alcun diritto„, “la nostra richiesta: la libertà e l’uguaglianza di diritti„ e “la fine del regime di misogino„.
Le Forze di Sicurezza dello Stato hanno attaccato le dimostranti, picchiandole, ferendole e arrestando decine di loro. Questa ardua prova era l’inizio di {{un altro round di repressione nei confronti delle donne}} perpetrato da Ahmadinejad e dalle sue vecchie pecore estremiste. Recentemente il regime di Teheran ha lanciato un provvedimento repressivo nei confronti delle donne “per promuovere la virtù e combattere il vizio”. Le donne che non osservano nella sua interezza il codice d’abbigliamento islamico vengono picchiate e trattenute nelle strade con l’accusa di essere “mal-velate”.
Le scene di questi attacchi delle forze di sicurezza sono sconvolgenti. In mezzo alle rivolte diffuse tra gli allievi dell’università, gli insegnanti e gli operai, il regime islamico fondamentalista ancora una volta ha iniziato la campagna contro le donne per trasmettere un messaggio al resto della popolazione e per affermare il suo controllo.
_ Nelle 3 scorse decadi del regime clericale in Iran, {{le donne hanno dimostrato che non si sottometteranno a questi dinosauri}}. Il sistema di segregazione di genere sarà fatto crollare dalle stesse persone che stanno subendo l’urto della loro brutalità: le donne. I dittatori di Teheran hanno condannato a morte ed ucciso decine di migliaia di loro.
_ {{Hanno stuprato le prigioniere vergini}} di modo che secondo la loro ideologia distorta non fossero ammesse in cielo. Hanno {{torturato e mutilato le prigioniere politiche}}. Ma non sono riusciti a fare tacere le donne iraniane. La resistenza si sta sviluppando. Le donne stanno portando avanti la lotta per la democrazia e la libertà in Iran.
E c’è una donna in prima linea nel movimento di resistenza. {{Maryam Rajavi}}, presidente eletto del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (NCRI) è la donna più temuta dai Mullah in Iran. Sta guidando l’opposizione organizzata contro il regime. Come ha dichiarato la sig.ra Rajavi in occasione della giornata internazionale delle donne a Parigi: “Poiché storicamente sono state sfruttate e represse, le donne possiedono una motivazione enorme e un alto grado di perseveranza nella lotta per compensare il loro ritardo. Nel confronto con i mullah, ci siamo resi conto che le donne assomigliano ad una molla appiattita che una volta liberata dagli anelli di trazione della discriminazione ed messa di fronte alla responsabilità, fa giganti salti in avanti”. I Mullah di Teheran farebbero meglio a stare attenti: le donne iraniane hanno già iniziato gli enormi salti in avanti.
{{Jila Kazerounian}} è direttora esecutiva del Forum delle donne contro il fondamentalismo in Iran (WFAFI).
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