Irene Giacobbe – Il ricordo di Gina Di Francesco
Gina Di Francesco
Una voce sempre presente quella di Irene, anche nel silenzio assordante e spesso colpevole, pure del nostro movimento. Lei aveva cultura, un alto senso delle istituzioni repubblicane antifasciste, uscite dalla resistenza, una progettualità costante. Sento una indescrivibile tristezza ed impotenza nell’essere qui a “commemorarla”, con il pensiero fisso che non sia più con noi. Ma sento il bisogno di parlare di lei e per lei, così la sento ancora più vicina.
Ci scontravamo spesso ma sempre dentro valori condivisi e cercando l”INCONTRO fra noi. Vorrei ricordare le lotte sindacali e politiche degli anni ’70/80 fatte insieme nella Filcea Cgil, anche con i nostri compagni di vita Fulvio e Sergio. Anche allora nel sindacato tutto al maschile, portavamo la nostra visione del mondo femminista, spesso contrastata. Non era una “donna facile” la nostra cara Irene né accomodante. Io la stimavo anche per questo.
Ha fondato l’Affi, la più grande associazione della Casa delle donne, di cui era presidente con me ed Edda Billi. Ha creato tutti i pezzi mentali e murari della Casa stessa che in ogni stanza ed angolo echeggiano di lei. Ha costruito migliaia di iniziative dappertutto, portando non un semplice punto di vista, ma la diversa e rivoluzionaria ottica delle donne. Faceva comunicazione e insisteva sempre, fino alla paranoia, sulla declinazione al femminile della lingua, sul conflitto di genere che ha attraversato sempre la storia.
Nella storia Irene c’era sempre, in prima fila, attraversando la vita, la politica con grande passione, dignità ed ironia. Scriveva e leggeva tanto ed era la nostra memoria. Nel quotidiano era una incessante lottatrice e non si risparmiava. Amava la vita, amava la sua bella famiglia, ci amava tutte. Amava i giovani, di cui avrebbe voluto la condivisione dei nostri valori e a cui voleva lasciare il testimone. Ha lasciato un segno incancellabile. Era pragmatica, con i piedi per terra e la testa sulle spalle. Eppure svolazzava e poetava.
Voglio finire con l’incipit che mi scrisse su un mio libro di poesie, per dire che a volte poteva apparire anche autoritaria, una sua corazza forse, ma con tanta umanità e donnità dentro. Irene sei sempre con noi.
Eppure fiorisce
Pensieri di donne
Radici di lotta
Passione e ricordo
Daghertotipi di carta