La banalità del male.
Siamo ancora in tempo a costruire un argine contro il virus dell’assuefazione alla deriva razzista del nostro Paese, al maronismo, dichiarato e rivendicato, di un ministro della Repubblica che ha fatto le sue fortune politiche straparlando di Roma, della Repubblica, dei suoi simboli, della sua storia? E ora da Roma dirige la danza macabra contro le cose migliori che la nostra storia repubblicana abbia prodotto?
La vicenda di Kante Kadiatou e della sua creatura è il frutto avvelenato di un clima che sta prendendo il sopravvento e sembra destinato a {{mandare al macero diritti, cultura dell’accoglienza e civiltà dello stare al mondo}}. Un clima che si alimenta ogni giorni di più anche per il tasso di assuefazione e conformizzazione che esso stesso produce, per il compiacente atteggiamento o il complice silenzio di gran parte dei media, per l’assenza di politiche di contrasto, voci critiche, impegni civili all’altezza del problema.
Una madre, una giovane donna in fuga come molte altre dalla guerra, {{separata per dieci giorni dalla sua creatura neonata, per inziativa di medici e amministratori dell’ospedale Fatebefratelli di Napoli}} e per la burocratica solerzia dei carabinieri di turno, che non hanno trovato di meglio, arrivati sul luogo del “misfatto”, che procedere come da prassi contro i “clandestini”.
Così {{la giovana ivoriana è stata portata subito in questura “per accertamenti” e tenuta separata dal figlio appena nato per dieci giorni}}. La norma che impone ai medici di denunciare i clandestini non è ancora legge ma il messaggio è stato recepito e sono terrificanti le giustificazioni addotte dai responsabili del reparto ostetricia e ginecologia che parlano di “atto dovuto”.
{{Il male come atto dovuto. Siamo a questo punto?}}
Vogliamo dirlo con chiarezza? Quando il male viene recepito come prassi sociale e atto amministrativo dovuto, quando non fa più problema applicare una norma che stride con le regole elementari della solidarietà umana – che cosa c’è di più elementare che permettere, rendere possibile che una creatura appena nata riamanga con la propria madere? – quando questo succede vuol dire che qualcosa di profondo si sta rompendo e siamo al punto di perderci. Kante Kadiatou non è un’immigrata irregolare, è una richiedente asilo, ha una documentazione in regola, non deve nascondere nulla.
{{Ma il problema non è stabilire se i documenti di Kante siano o non siano in regola}}. La cosa accaduta a lei sarebbe altrettanto mostruosa se capitasse a un’altra donna assolutamente non in regola con niente. Sarebbe mostruosa in assoluto e tanto più mostruosa in un Paese come il nostro, dove la retorica mammesca è ancora alla stelle, i figli sono figli, carne della carne, pezzo di cuore di mamma che li ha fatto. Ma con qualche eccezione.
Eccezioni che si moltiplicano e creano abitudine e conformismo alle leggi ex padanico ministro che ci stanno sommergendo. {{E’ la via democratica alla distruzione della democrazia}}.
Il colore della pelle può rendere diversa una madre, anche a Napoli, e dunque, nell’Italia alla Maroni che stiamo costruendo, ogni cosa al suo posto e l’Italia agli italiani – in attesa che Maroni possa annunciare “la Padania ai padanici”.
_ E se sei differente hai – per legge – anche opportunità, diritti, trattamenti diversi. Altrimenti che ci sta a fare la Lega padanica?
La banalità del male, anticamera di tutti i disastri, come lucidamente insegna Hannh Arendt nei suoi studi sul totalitarismo, è l’esito finale di un’attitudine ad accettare l’inaccettabile attravero la gistificazione dell'{atto dovuto} o attraverso il conformarsi allo {spirito del tempo} (il “fanno tutti così”) o attraverso la {{progressiva deresponsabilizzazione personale}} (non vedo, non sento, non sono affari miei).
E’ la giustificazione attraverso l’ordine ricevuto o la compiacenza conformista dell’anticipare l’ordine, la circolare, la segnalazione dall’alto. E’ la {{giustificazione attraverso l’obbedienza senza che ci sia stato un comando personale di qualcuno}}, che è il peggio, perché segnala che i processi di conformizzazione sono andati avanti, sono entrati in profondità nel cuore e nella mente di uomni e donne che rinunciano nei fatti al loro essere cittadini, al loro diritto a reclamare che le cose vadano come dovrebbero andare.
{{L’indebolimento del sentimento civile, la smemoratezza di essere cittadini e non replicanti del sistema}}. la deriva dell’etica pubblica verso il conformismo che privatizza gli atti pubblici (faccio quello che mi chiedono e la cosa non mi riguarda, non riguarda la mia responsabnilità pubblica di cittadino, funzionario, rappresentante istituzionale): è a questa deriva che bisogna opporsi. Attivamente. Cioè politicamente. _ Auguri a Kante.
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