Riceviamo questa “lettera al paese delle donne” che denuncia quanto accaduto nell’Università Parthenope di Napoli, istituita nel 1930 in trasformazione dell’Istituto superiore navale come polo di studi e ricerche scientifiche sul mare e non solo.Quando tuo figlio ha nove anni e per la legge non può più ammalarsi pensi che per fortuna c’è il congedo ordinario e all’occorrenza puoi chiedere un giorno, così come se devi fare delle pratiche amministrative o un trasloco c’è sempre la salvezza del congedo ordinario:
c’era! Almeno per i lavoratori e le lavoratrici della Biblioteca Centrale dell’Università Parthenope visto che la nostra direttrice (e forse non a caso proprio una donna) ha deciso che questo diritto non c’è più, costringendoci ad un piano di ferie forzate che ci obbliga ad usarne la quasi totalità tra fine luglio e settembre.

Qualcuno potrebbe pensare che la poverina sia stata costretta a questa misura estrema in quanto la Biblioteca Parthenope è notoriamente un covo di sfaccendati fannulloni che appena gli si chiede di adempiere ai loro doveri si mettono in ferie. Così non è e non solo si tratta di una struttura ottimamente funzionante, con punte di eccellenza in alcuni servizi, ma è {{il piano ferie }}della nostra direttrice a creare disservizi. Ad esempio, il servizio prestito che gli altri anni riprendeva già il primo settembre quest’anno ricomincerà solo il 6 settembre senza alcuna ragionevole motivazione di servizio, per rimarcare forse che esso non è stato concepito per effettive esigenze della struttura ma solo in sfregio ai diritti dei lavoratori.

Non solo ma agli otto lavoratori della Biblioteca toccherà l’imprevisto destino dell’impiegato di Canto di Natale di Charles Dickens, vessato dall’avido uomo d’affari che non gli concede di trascorrere nemmeno il Natale con la famiglia:
infatti, il piano ferie prevede che con i figli a casa e gli studenti anche, dopo aver consumato tutte le loro ferie ad agosto, i dipendenti della biblioteca saranno costretti a lavorare il 24 dicembre! Non così il giorno 31 che in un eccesso di bontà la Direzione Ebezener Scrooge dell’Università Parthenope concede come giorno di riposo (che sia un effetto degli spiriti del Natale?)

Il contratto nazionale dei lavoratori prevede a ragione due settimane consecutive di riposo in cui il lavoratore possa riprendersi dallo sforzo psicofisico, ma non altro dando per scontato che se chiedo quanto resta dei 32 giorni previsti questo non può creare danni al funzionamento dello stato danneggiato, invece, dall'{{uso coercitivo }}che si vorrebbe introdurre.

Nessuno di noi ha chiaro se siamo un test della nostra amministrazione per capire {{quanto sia possibile attaccare uno degli ultimi diritti dei lavoratori,}} quello che abbiamo però chiaro è che la Biblioteca Centrale dell’Università Parthenope è la Pomigliano D’Arco del pubblico impiego e che proprio come i lavoratori della FIAT di Pomigliano non ci piegheremo a questo ricatto.
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Antonietta CUTILLO,
Rossella FIORI,
Ambra MINICHINI,
Giovanni MORMILE, Massimiliana PIRO,
Gabriele SAURINI}