La capacità di disegnare i movimenti della vita e dell’anima
E’ andata così il 25 marzo a Roma all’Auditorium: cinquanta posti,
diciamo quattro file riservate a dei latitanti, cinque minuti prima
delle ventuno, sono stati felicemente occupati da un un pubblico che ha
pagato 5 euro per assistere alla lezione di giornalismo di Marjane
Satrapi, fumettista e illustratrice iraniana, conosciuta oggi a livello
mondiale per il suo Persepolis, libro divenuto film.
Dunque non so se c’erano giornalisti, quelli che la Satrapi ha poi detto
essere uguali a tutti, alcuni intelligenti altri no ma ho notato tante,
tantissime donne in sala, di tutte le età, ho riconosciuto Silvia
Baraldini e Sabina Guzzanti, tutte e tutti entusiasti ammiratori di
Marjan, questa piccola strega.
E’ arrivata vestita di nero da capo a piedi, capelli sciolti e lunghi,
tondetta per farci capire quanto ama la buona cucina, stivali di
vernice nera ed unghie scarlatte e curatissime, con una mantella corta e
uno stare un po’ contorta e raggomitolata sulla sedia che ce l’ha
fatta subito amica.
Lei inizia svelando che se siamo in tanti, è perchè funziona l’effetto
dei Media, l’effetto film, non certo il libro. L’effetto Oscar le ha
acuito la stanchezza di parlare di sè, dalla sua vita, un effetto
ritorno, anche della sua voce, come fosse diventata una radio. E lì
negli Usa ha toccato con mano la democrazia fatta anche dal Buffone di
turno, quello che abbiamo voluto: Bush in America, Sarkozy in Francia, e
forse a noi non c’è bastato una volta Berlusconi…
Il tono è molto deciso e niente affatto leggero quando prende a parlare
dell'{{inutile guerra per combattere il terrorismo}}, dirà poi, su
sollecitazione dal pubblico, come va fatto uno sforzo per capire chi si
esplode, effetto molto spesso causato dalla lotta al nemico, fosse il
democratico Bush, che si auto denomina il migliore amico di Dio, o come
uno del suo paese, l’Iran, contro coloro che comandano, “democraticamente”.
Passa poi a raccontare che sta bene con la sua solitudine, certo non
coltivata negli ultimi tempi, e che lei non ha nessuna voglia di capire
niente di tecnologia, “sorellaccia puttana della scienza”, quella che
ha reso il mondo libero di essere disoccupato, dove la fabbrica delle
armi ha un’enorme profitto.
_ Cosicché, spiega, nello spazio grande anche nel tempo del fumetto, c’è
la possibilita di dire vaffanculo, ad esempio a chi vuole censurarla,
perchè non è scappata dall’Iran per farsi dire cosa fare o non fare,
magari dall’America…
E raccontando il suo film, uscito in 34 paesi in molti dei quali era
presente, descrive l’approdo brevissimo in Giappone, il paese dove gli
spettatori piangono ma non ridono, perchè il riso non si controlla, lei
ne ha avuto istintivamente paura.
_ Sollecitata da una mia domanda, ha
corretto ed ha ricordato l’insegnamento di Kurosava e del suo film
{Rashomon} di lei bambina di otto anni, l’ascolto della vita in
cinque storie diverse,l’insegnamento del maestro senza temere nulla e
ridendo racconta di aver sposato uno svedese, come dire un’azzardo,
tanto è diverso…
La capacità di disegnare i movimenti della vita e dell’anima, li
definisce capacità di vivere da bisessuale la cultura, un’opportunità
in più.
_ Chiarisce che {{lei non è a favore di nessuna rivoluzione ma crede con
ottimismo all’evoluzione}}, come quella lenta ma costante del suo paese,
che arriverà a considerare intera anche l’altra metà del cielo,
considerata ancora oggi un mezzo uomo, anche se stupido, e quindi
neanche buona a testimoniare per un assassinio a cui ha magari
assistito: ribadisce il concetto che non è offensiva, nè provocatrice,
che non crea problemi, che lotterà sempre per chi non ha diritto di
espressione, fino alle sue ultime parole: “Ho cercato un approccio
globale”.
La vedrò più tardi, esaurite le numerosissime richieste di una firma sul
suo {Persepolis}, camminare davanti a me, veloce e fumando, con un
complice compagno al suo fianco, nessuno l’avrebbe riconosciuta…
Mi ha
fatto venire in mente Walden quando dice che ha tre sedie, una per la
solitudine, una per l’amicizia e una per la compagnia.
Se ancora non l’avete fatto comprate il libro-vedete il film, sarà una
magnifica lezione di storia altro che di giornalismo: Marjan Satrapi è
nata nel 1969, il 22 novembre, il primo giorno del Sagittario.
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