La chiamavano Maddalena
“Può darsi che un lettore senza fede se la rida perché mi dilungo a lodare delle donnicciole. Ma se si richiamerà alla mente le sante donne che accompagnavano il Signore e lo assistevano con i loro beni e le tre Marie che stavano sotto la croce, e particolarmente Maria ” la Maddalena”, che per il suo zelo e per la la sua fede ricevette il nome di “Turrita”, ed ebbe il privilegio di vedere Cristo Risorto prima degli apostoli, dovrà tacciare di superbia se stesso e non accusare noi di perdere tempo in bagattelle, noi che valutiamo la virtù dall’animo e non dal sesso”.
Cosi scriveva San Gerolamo e questa e tante altre sono le preziose fonti che Valentina Alberici ( già nota per il suo libro “Gesù è davvero esistito?”), abilmente tesse nello scrivere il suo ultimo testo “La chiamavano Maddalena“, edito dalle Paoline. L’autrice, ribadendo il ruolo decisivo della Maddalena nella comunità di Gesù, confuta con rigore storico gli innumerevoli sermoni sulla Maddalena che nei secoli e ancora oggi hanno ripetuto lo stereotipo della donna lasciva schiava dei piaceri della carne, redenta da Cristo e diventata instancabile penitente: tutte fantasie assolutamente infondate dal punto di vista storico. Alberici approfondisce e sfata col rigore dei documenti tutte le cantilene che descrivono questa discepola alla stregua di un instancabile peccatrice in ambito sessuale, aprendo il campo ad indagini di tutt’altro tenore. In questo senso, l’autrice propone un esplicito fondamento al primato della Maddalena insieme a quello di Pietro, con una tradizione ” efesina” interessantissima e affascinante, tutta incentrata sul tema cristiano della risurrezione della morte che ben si sposa con la figura di Maria Maddalena in qualità di prima testimone di Gesù risorto. Nella sua indagine accurata e precisa, l’autrice illustra la definizione della Maddalena come “diaconessa”, in sintonia con Rm 16 e la prassi diaconale femminile in uso nella comunità cristiana del primo secolo.
Con incedere affascinante, attraverso i quattro capitoli del libro arricchiti ciascuno da una agevole conclusione, la nostra studiosa ci conduce ad entrare dentro una serie di domande: ad esempio, sulla possibilità di ricordare la Maddalena non solo come “Apostola degli Apostoli”, quanto come una “Apostola del Signore” a tutti gli effetti, definita anche “fondatrice tra i fondatori del cristianesimo” in quanto inviata da Gesù a tutta la comunità. In questa scia, ricorda l’autrice, si colloca anche Tommaso d’Aquino che riconosce questo primato del ruolo profetico, angelico e apostolico della santa. E ancora, sulla possibilità che l’espressione Maddalena non rimandi semplicemente ad un’ indicazione di provenienza, ma piuttosto ad un significato più complesso. Domande poi sul luogo dove concluse la sua vita la donna che per prima incontro il Risorto, e tantissimi altri spunti fecondi di ricerca.
In ogni pagina, al di là di ipotesi tanto fantasiose quanto improbabili lette nei romanzi e care al business mediatico, l’autrice risponde confrontando fra loro diverse discussioni autorevoli, avendo un occhio di riguardo per i Vangeli canonici: questi presentano ancora interessanti margini di approfondimento e una serie di indizi e testimonianze dai risvolti significativi e indubbiamente rilevanti, se non persino sorprendenti.
Quanto ha da dire, alle nostre comunità cristiane la storia dell’Apostola Maria Maddalena, scelta non certo casualmente da Gesù come prima protagonista dell’annuncio evangelico, ma declassata nella tradizione successiva agli apostoli! Certamente ripropone alle donne il loro ruolo di testimoni del Risorto. In questa direzione il libro di Valentina Alberici è indispensabile nelle nostre librerie: il suo valore storico – chiarificatore di penosi equivoci e deformazioni – deve arrivare al grande pubblico fatto di uomini e di donne. Per esse, anche rispondendo alle continue sollecitazioni di Papa Francesco in questa direzione, si possa finalmente rotolare ogni pietra sepolcrale di marginalizzazione, per aprire nuovi spazi di decisionalità e operatività, insieme al primato dell’annuncio gioioso del Risorto!
Anna Rotundo
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