La conquista della scena sta diventando sempre più la sola ragione della politica
Mi ero astenuta finora dall’esprimere il mio punto di vista sulla bagarre parlamentare e gli insulti sul web alla presidente Boldrini, in quanto ogni giorno è stato portatore di eventi scandalistici che si sono intrecciati e sovrapposti.
Si è fatta grande confusione tra le violenze verbali e fisiche all’interno di un’ aula parlamentare, spettacolo peraltro non nuovo nella nostra storia repubblicana, e mai considerato “eversivo”, e gli insulti sul web diretti a una donna-istituzione, insulti non diversi da quelli orrendi che giorno e notte viaggiano per le reti; con un divertimento in più, quello di sbeffeggiare – nell’anonimato – un simbolo.
Si è fatto di ogni erba un fascio e si è reagito usando i termini di “eversori”, “potenziali stupratori”, “squadristi”,”fascisti”. Premesso che ogni forma di violenza va denunciata e contrastata, in particolare quella che colpisce la dignità delle donne in ogni parte del mondo, ho l’impressione che questi epiteti nella loro genericità non ci aiutino a capire ; siamo in presenza di qualcosa di diverso e di enormemente preoccupante{{.Un uso incontrollabile della rete}} nutrito dagli istinti e dagli impulsi più degradanti.
Occorre come il solito operare distinzioni.
I 5stelle non sono “eversori”. Sono una minoranza consistente e vorrebbero far sentire al loro elettorato di riferimento che “contano”. Hanno scelto di attestarsi su un tema di facile comprensione ” sette miliardi e mezzo regalati alle banche e infilati nel decreto IMU per farli passare, invece che darli ai cittadini”.
La questione in realtà pare sia {{più complessa }} di quanto dimostri questa semplice interpretazione. Sarebbe stato bene che {{la presidente Boldrini}} desse la possibilità di un sia pur breve dibattito per offrire ai cittadini più elementi di discernimento.. In fondo c’erano alcune ore di margine fino alla mezzanotte, ora di decadenza del decreto omnibus…
Credo che una mobilitazione così agguerrita l’avrebbe meritata (la meriterebbe) ben di più la nuova proposta di legge elettorale che fa ritornare il paese alla legge Acerbo che consentì la vittoria del fascismo. I più anziani di noi ricordano la battaglia del 1953 contro la “legge truffa” che si estese fuori del Parlamento coinvolgendo i cittadini…
{{Laura Boldrini ha voluto offrire la sua solidarietà a Daria Bignardi}}, ma siamo certi che l’indagine di Daria Bignardi nell’intervista a Di Battista fosse {{al dissopra di ogni critica?}} Vicende diverse, dunque, come diverse, e rubricabili sotto la dicitura “in cerca di visibilità”, sono le sceneggiate che si rincorrono ormai quotidianamente, il rogo del libro di Augias e la conseguente esibizione di SEL, le manette della Lega, l’intervento dei parlamentari europei leghisti alla presenza di Napolitano nel Parlamento europeo…
La conquista della scena sta diventando sempre più la sola ragione della politica. E’ questo il vero dramma, che pare per ora un’escalation inarrestabile.
E qui affiora il vero sustrato maschista: la modalità con cui ci si contende il protagonismo è la spia del basso livello culturale, dei pregiudizi atavici, del piacere di affondare nella palude degli istinti omofobi, razzisti, nel facile scherno ( le tre teste di maiale indifferentemente donate a tutte le espressioni della comunità ebraica).
Le più anziane di noi ricordano la famosa barzelletta su Lana Turner “La sola lana che vale più “all’etto” che al kilo”. Gli uomini ridevano tutti, di destra o di sinistra… E {{il detto veneto sulle donne}} “dabbene” “Che la faga, che la tasa, che la staga in casa. E se la va fora , che la vaga in cesa” ( che faccia, che taccia, che stia in casa, e se deve uscire, che vada in Chiesa”). Detto che attraversa l’Europa di ieri ( e di oggi), poiché lo troviamo{{ in Germania con le tre “K”}} che definiscono la donna “onesta” “Kinder, Kuche, Kirche” (figli, cucina, Chiesa).
Ma ciò che più preoccupa è che questo scenario definito “fascista” è stato ereditato, ancora oggi anche da giovani di sinistra.!!!
Ricordo una manifestazione davanti al MIUR quando ministra alla P.I. era Rosa Russo Jervolino. I giovani compagni avevano appeso uno striscione con la scritta “Rosa, va’ in cucina!”.
Non vedo ricette nell’immediato se non in una presa… di coscienza di almeno una parte dell’universo maschile…
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