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Cambiare noi stessi e comprendere fino in fondo i meccanismi delle “oscure radici dell’umano”. Con questo obiettivo prende il via dal 20 al 24 marzo, presso l’Istituto italiano per gli Studi Filosofici (Palazzo Serra di Cassano, Via Monte di Dio 14) il seminario “Filosofe per la pace”, curato da Stefania Tarantino dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale.

 

Gli incontri inizieranno alle ore 16 e saranno così articolati:

Lunedì 20: “Pensare la pace”. Una premessa in compagnia di Immanuel Kant e di Umberto Eco; –

martedì 21: Guerra e pace in Hannah Arendt;

mercoledì 22: L’empatia che porta al disarmo: Edith Stein;

giovedì 23: Riflessioni sulla guerra e sull’Iliade o il poema della forza di Simone Weil;

venerdì 24: Maria Zambrano. I “luoghi naturali” della condizione umana: pace e libertà.

Saranno le riflessioni di queste filosofe del XX secolo a suggerire che per dar vita a un’altra storia bisogna partire da una risignificazione della struttura epistemica occidentale. E’ necessario infatti superare il germe totalitario sul quale la storia ufficiale e tradizionale si fondano.

«Un’educazione alla pace – spiega Stefania Tarantino – comporta lavorare innanzitutto su noi stessi, sulla formazione della nostra soggettività. E significa, anche, imparare a dare il giusto valore alla nostra parzialità, a riconoscere il nostro posto del mondo sapendo di non essere il tutto. Significa dunque fare fino in fondo i conti con la nostra vulnerabilità e con la nostra forza in maniera consapevole e responsabile per tentare di liberarci da tutte quelle forme “assolute” e “totalitarie” che continuano, in un modo o nell’altro, a nutrire il nostro presente»