La legge elettorale in Campania, e il futuro pianto del coccodrillo
Le prossime elezioni in Campania si faranno senza una giusta legge elettorale, se, come nelle intenzioni fin qui espresse in consiglio, non verranno concordate le norme da portare in aula.Il principale scoglio è rappresentato dall’attuazione dell’[art.51 della Costituzione->http://www.jus.unitn.it/cardozo/Obiter_Dictum/cost/art51.htm].
Noi sappiamo che quello che si vede in politica non sempre è quello che è, e noi pensiamo che in realtà il conflitto apparente sulle regole elettorali, per l’equa distribuzione del potere tra donne e uomini, sia il pretesto per giungere {{ancora una volta alle scadenze elettorali prossime con una legge iniqua}}, dove i partiti possano incolparsi reciprocamente del mancato raggiungimento di un accordo.
_ Ed in fine perpetuare la trasmissione del potere da uomo a uomo.
L’articolo 51 della Costituzione e il 5 dello Statuto appena approvato possono attendere la prossima scadenza elettorale, con il solito “rimpianto postumo” per l’assenza femminile?
_ Un rimpianto senza lacrime, e senza cedere nulla del potere tramandato ai valorosi finti paladini del Consiglio Regionale della Campania.
Per ben due volte rappresentanze di donne hanno presidiato le sedute del parlamentino, ottenendo l’attenzione, ma non l’intenzione.
Tra quelle donne perseveriamo nel dire che ogni concessione è un’offesa, e che {{si sta attuando una mediazione che sembra porti sempre più in fondo}}, e che dietro i paladini e le loro proposte, anche quando usano le nostre parole, ci sia l’intento di rimanere i padroni indiscussi.
Forse, si può sempre avverare una mediazione differente: questo può avvenire tenendo fermo il principio del rispetto della reale composizione della cittadinanza.
Se gli obiettivi minimali che sempre gli uomini portano in deroga al diritto delle donne, e alla democrazia stessa, saranno la fine di questa vicenda?
Crediamo che le donne per qualsivoglia principio promosse sapranno di avere un impegno verso le altre e un dovere verso se stesse.
In questi giorni le poche donne in Consiglio e in Giunta hanno solidarietà e forza nelle altre, forza che normalmente è loro negata: che non sia un episodio dipende anche da loro, a patto che non si accontentino.
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