Appello alla mobilitazione del collettivo alterEva di Torino in occasone del convegno del movimento per la vita: la Spagna è vicina e non vogliamo seguire la stessa sorte
Il 24 gennaio 2014, il Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell’Università degli Studi Torino, ospiterà il convegno “l’inizio della vita, luci ed ombre” organizzato dalla Federvita Piemonte, un insieme di associazioni facenti parte del movimento pro-life, un movimento fondamentalista cristiano dichiaratamente “anti-abortista” e “anti-gay”.

Per la partecipazione a questo convegno, aperto a professionisti del settore, e volontari del movimento per la vita, saranno riconosciuti 5 crediti ECM, crediti obbligatori per l’aggiornamento professionale.

La Regione Piemonte inoltre ha dato il proprio patrocinio all’iniziativa che sarà del tutto gratuita.

Sorgono spontanee {{alcune domande}}:

-In un sistema socio-sanitario piegato da licenziamenti, blocco del turn-over, blocco delle assunzioni, mancanza di personale e personale sovraccaricato, nel quale l’aggiornamento obbligatorio richiesto da profilo professionale è tendenzialmente molto caro, come mai questo convegno è gratuito? Dove sono stati trovati i finanziamenti?

E soprattutto:

-Come può un ente pubblico riconoscere valore formativo e scientifico a questa tipologia di propaganda?

Questo è l’emblema degli abusi della politica nella regione Piemonte. In questo momento di degradante caduta del governo Cota, la dinamica dei favori e dei tornaconti si fa ancora più arrogante. Queste iniziative, sono volte ad assecondare le istanze di un “bacino di voti” a discapito della laicità del sistema universitario e sanitario, a discapito della formazione degli operatori e delle operatrici, a discapito della salute e libertà delle donne.

La libertà di scelta è un diritto di autodeterminazione sui propri corpi e sulla propria vita, la 194 è una legge che abbiamo conquistato con la lotte delle nostre madri e delle nostre nonne. Eppure le pressioni della politica nel mondo della conoscenza della sanità (Piemonte: Ginecologi obiettori 65.1%*) sono così invadenti da portare nelle aule universitarie le false verità scientifiche di queste associazioni le cui storiche parole d’ordine sono “ aborto: un genocidio di stato”.

{{
Non torniamo indietro!}}

Facciamo un appello a tutte le associazioni, organizzazioni, singol*, alla Mobilitazione, la Spagna è vicina e non vogliamo seguire la stessa sorte.

Questa lotta tiene in vita le donne #Aborto LiberoSicuroGarantito

Collettivo AlterEva

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Altereva.torino@gmail.com

http://www.altereva.it/

àCosa è successo in questi anni di governo Cota?

La Giunta Cota vuole a tutti i costi che i volontari del movimento per la vita entrino nei consultori

* Nell’autunno del 2010 la Casa delle Donne di Torino insieme con altre associazioni e il sostegno di tante donne ha presentato ricorso al TAR contro la prima delibera della Giunta Regionale che ammetteva esclusivamente associazioni che avessero nel loro statuto il requisito della “difesa della vita fin dal concepimento” e in questo modo inseriva nei consultori i volontari del movimento per la vita.

* A luglio 2011 il TAR ha emesso una sentenza che accoglieva il ricorso.

* Dopo solo 4 giorni la Giunta regionale emetteva una nuova delibera “rettificata”, ma la sostanza non cambiava, poiché si limitava graziosamente ad aggiungere: “in assenza del […] requisito soggettivo [“difesa della vita fin dal concepimento”] è sufficiente il possesso di un’esperienza almeno biennale nell’ambito del sostegno alle donne e alla famiglia”.

* Nell’autunno del 2011 è stato presentato un nuovo ricorso contro la delibera così sfacciatamente riproposta.

* il TAR respinge il ricorso perchè mancano i requisiti per ricrrere; le donne per il TAR non hanno interesse a ricorrere in quanto nè GRAVIDE nè GIA’ MADRI (!)

Proposta di Legge 160 sui Consultori presentata dalla Giunta Cota

Con questa proposta di legge del settembre 2011, la Giunta vuole cancellare l’attuale Legge regionale sui Consultori e stravolgere la loro funzione: da luoghi specifici a tutela della salute delle donne diventerebbero luoghi di preparazione della coppia al matrimonio e di tutela della vita sin dal concepimento. Si incoraggiano “sinergie” con i centri di aiuto alla vita (Cav) sempre gestiti dai cosiddetti volontari; si inseriscono figure come l’esperto in bioetica (?), il consulente etico e il mediatore familiare. Il tutto in una visione ideologica della vita e delle istituzioni che si ritrova anche in analoghe proposte di legge che altri Governatori stanno preparando in Veneto e nel Lazio.

Se questa legge passasse i consultori e gli ospedali, da luoghi laici, pubblici, volti alla tutela della salute, diventerebbero degli spazi aperti alla predica e alla propaganda.

Per favorire questa mossa scellerata è previsto lo stanziamento di 3 milioni di euro a favore del “Fondo di aiuto alla vita”. Invece per altre emergenze, i soldi non si trovano!

Legge regionale 16 del 2009 sui Centri antiviolenza con case rifugio

La legge giace senza essere finanziata: a parole ci si indigna contro le violenze subite dalle donne, ma si evidenziano solo quelle che avvengono fuori casa. Le violenze che si continuano a perpetrare fra le mura domestiche (un numero impressionante, vedi dati Istat) rischiano di continuare ad essere un problema personale e non una piaga sociale da combattere e per la quale spendere risorse pubbliche per costruire la rete regionale di case protette.

Questa è infatti la finalità principale della legge regionale per la quale le donne piemontesi si sono battute e che potrebbe essere esemplare non solo per noi ma per le donne di tutte le regioni italiane.

Con tante associazioni e tante donne siamo fermamente decise a far sì che i consultori continuino ad essere luoghi in cui le donne possano trovare assistenza medica, informazione, rispetto per le decisioni e sostegno nelle loro scelte.

TRATTO DA VOLANTINO di DONNE DI TORINO PER L’AUTODETERMINAZIONE

* http://www.ilfattoquotidiano.it/inchiesta-ru486-italia/mappa-obiettori-coscienza-regioni-regioni-italiane/