La membrana della discordia
La furia anti rom che ha sconvolto la città di Torino, non è solo lo sbocco naturale delle politiche razziste e xenofobe degli ultimi vent’ anni, ma anche un rigurgito di misoginia e ignoranza a cui speravamo di non dover più assistere nella modernità.“Una illusione ottica è una qualsiasi illusione che inganna l’apparato visivo umano, facendogli percepire qualcosa che non è presente o facendogli percepire in modo scorretto qualcosa che è presente”
(wikipedia)
La furia anti rom che ha sconvolto la città di Torino, non è solo lo sbocco naturale delle politiche razziste e xenofobe degli ultimi vent’ anni, ma anche un rigurgito di misoginia e ignoranza a cui speravamo di non dover più assistere nella modernità.
Ci parevano lontani i tempi in cui la membrana femminile costituisse un valore, un cimelio da regalare a colui che per primo (preferibilmente il marito) ci si infilasse dentro con maschia gloria.
La società berlusconizzata è questa, ora da dove ricominciamo a mettere a posto le cose? Se esistono ancora famiglie (madri) che preferiscono una figlia stuprata da un rom piuttosto che una figlia non più vergine, siamo rovinati-e.
Che una crociata di deficienti vada a dar fuoco ad un campo nomadi per riscattare la perduta illibatezza di una ragazza, ricorda la frase “difendiamo le nostre donne”, tanto cara ai leghisti.
Ma come, prima riempiono il parlamento di veline, riducono l’immagine femminile ad un qualcosa di inconcepibilmente arcaico, e poi rompono le scatole con il solito binomio vergini/puttane? Il dominio maschile ha trovato così il modo di riunire tute le condizioni del suo pieno esercizio.
E’ evidente in questa vicenda, che le stesse donne applicano alla realtà e ai rapporti di potere in cui esse sono sottomesse, schemi di pensiero che sono il prodotto dell’incorporazione di questi stessi rapporti di potere che si esprimono nelle istanze fondatrici dell’ “ordine simbolico”.
Conseguentemente il loro atto di riconoscimento pratico, di adesione, di credenza si afferma in quanto tale e ripete in qualche modo la violenza simbolica che essa subisce: la ragazzina che accusa il rom di violenza per paura della violenza famigliare, del biasimo che la potrebbe colpire se venisse scoperta la “rottura” della fatidica membrana periodicamente sorvegliata da visite ginecologiche volute dalla famiglia.
I dominati applicano categorie costruite dal punto di vista dei dominanti ai rapporti di domino, facendoli in tal modo apparire naturali. E’ così che un presunto stupro mette d’accordo la chiesa e telepadania.
“{La famiglia esiste per consentire alle donne di avere dei figli e di avere la protezione dell’ uomo che si prende cura di loro}” (Rocco Buttiglione, ottobre 2004)
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