La protesta dell’Udi di Modena contro una pubblicità sessista è all’esame dell’ente nazionale per l’autodisciplina pubblicitaria
Dopo la protesta dell’UDI – Unione Donne in Italia di Modena, la campagna
pubblicitaria del Mobilificio Bassano Outlet di Castellarano (RE) è ora all’esame
dell’Istituto nazionale per l’Autodisciplina Pubblicitaria. “Il caso – dice l’Ente
in una nota inviata all’associazione modenese – è già all’esame del Comitato di
Controllo, l’organo garante degli interessi dei cittadini-consumatori, al quale il
Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale affida il compito di
valutare se sussistano o meno gli estremi per un intervento in loro tutela”.L’UDI di Modena aveva esortato le Istituzioni a condannare e ad intervenire
direttamente nei casi di messaggi pubblicitari dai contenuti violenti e lesivi della
dignità femminile
“Ritirate quella pubblicità – aveva protestato Rosanna Galli, responsabile legale
dell’associazione -, incita alla violenza ed è lesiva della dignità delle donne.
Il
mobilificio Bassano Outlet con i suoi manifesti e gli spot (un uomo armato di
accetta che insegue minaccioso una donna, impersonata dalla cantante Fiordaliso,
braccandola come una preda con l’intento di aggredirla), veicola in modo esplicito
un messaggio che contrasta il lavoro svolto da associazioni, centri antiviolenza,
organismi istituzionali e società civile per la lotta alla dilagante violenza sulle
donne, come la “Staffetta di donne contro la violenza sulle donne”, campagna
dell’UDI partita il 25 novembre 2008 e in svolgimento fino al 25 novembre 2009.
_ I
contenuti del messaggio si pongono inoltre in contrasto con la [risoluzione del
Parlamento europeo del 3 settembre 2008->http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P6-TA-2008-0401+0+DOC+XML+V0//IT&language=IT] sull’impatto del marketing e della
pubblicità sulla parità tra donne e uomini”.
“La pubblicità – ribadiva infine Rosanna Galli – è un potente mezzo per suggerire
occultamente e
diffondere modelli di comportamento, ha quindi una grande responsabilità pubblica.
Quella pubblicità in tv e sui giornali è potenzialmente pericolosa perché ironizza e
toglie drammaticità e
dunque mostra indulgenza verso la violenza sulle donne. Uno dei crimini più odiosi
che causa invalidità e danni permanenti oltre ad annunciare, molto spesso, un
femminicidio, ossia un delitto consumato nei riguardi della donna”.
Ad oggi, città come Napoli e Niscemi hanno già accolto le richieste dell’UDI per una
moratoria cittadina delle pubblicità lesive della dignità femminile e si sono
attivate per una risposta concreta.
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