la “quantità” non è sinonimo di “qualità” nel libro “Il lavoro tradito” di Lentino
Nel 2016 oltre 1,7 milioni di Voucher, la disoccupazione giovanile rimane un dramma. Carmelo Lentino anticipa alcuni contenuti del libro “Il lavoro tradito” sulla disoccupazione giovanile. “Quello che sembra un dato positivo del lavoro nasconde invero una realtà più complessa e articolata. Infatti, se è vero che le ultime rilevazioni dell’ISTAT segnalano un aumento in un anno di 156 mila occupati, purtroppo sono ancora i contratti a tempo a fare da traino (+409 mila). E nei contratti a tempo quante situazioni precarie e quanti voucher si nascondono? Una tipologia d’impiego difficilmente qualificabile come dignitosa. Si pensi che, addirittura, solo nel 2016 coloro che sono stati impiegati attraverso i “voucher” hanno lavorato per un totale di 1.770.554 giornate”. E’ quanto scrive Carmelo Lentino, tra i fondatori del Forum Nazionale dei Giovani e Segretario Nazionale dell’Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù, già autore con Roberto Messina di “Per l’Italia. Interviste per la Gioventù“ (Rubbettino), che anticipa i contenuti del suo nuovo libro, di prossima uscita per Academ Editore, dal titolo esplicito “Il lavoro tradito. I numeri drammatici dell’occupazione giovanile e qualche idea per la nuova politica“.
“Invece, quello che sembra un dato negativo – aggiunge Lentino – forse non lo è completamente. Infatti, l’aumento della disoccupazione, arrivato a gennaio all’11,1%, in realtà comprende il numero di coloro che finora avevano completamente smesso di cercare un lavoro e che oggi, invece, ricominciano a cercarlo. E i giovani? Sembrerebbero più presenti nel mercato del lavoro con un tasso di disoccupazione che, in valore assoluto, scende al 31,5%, ma la “qualità” del lavoro lascia ancora a desiderare, nonostante le dichiarazioni entusiastiche di questi ultimi mesi, essendo anche – anche in questo caso – in prevalenza i contratti a termine. Aumentano, invece, di 37 mila le donne che lavorano toccando un tasso di occupazione che arriva al 49,3%. Ancora sempre troppo basso rispetto al resto d’Europa e a paesi come Germania o Francia dove si aggira intorno al 70%”, conclude l’autore che nel suo testo di analizza tutti i numeri utili ad interpretare lo status quo e soprattutto a mettere in campo ragionevoli e concrete politiche di contrasto alla disoccupazione giovanile.