La salute della donna è cambiata perché è mutato il suo ruolo nella società
Riprendiamo alcuni stralci dalla sintesi del “Libro bianco sulla salute della donna” che offre un quadro annuale sulla stato di salute e di assistenza delle donne nelle diverse regioni italiane. La {{salute della donna è cambiata perché è mutato il suo ruolo nella società}}: sempre più presente nel mondo del lavoro, ma sempre meno aiutata nel suo ruolo in casa, la donna si trova oggi ad essere attiva su più fronti contemporaneamente con inevitabili situazioni di stress che hanno un riflesso negativo sulla sua salute.
Le donne italiane {{vivono più a lungo degli uomini, ma vivono peggio}}, si ammalano di più poichè talune patologie sono legate proprio all’invecchiamento, e sono poi curate paradossalmente con [farmaci non testaci specificatamente su di loro->752].
_ Talune patologie un tempo considerate appannaggio esclusivamente maschile ({{malattie cardiovascolari}}) vedono le {{donne in prima fila}}, ma la percezione del rischio non è corretta e questo porta sovente a perdere tempo prezioso nella diagnosi.
_ L’{{invecchiamento della popolazione femminile}} ha anche riflessi di tipo economico e sociale: per poter considerare le donne una risorsa e non un costo è bene che arrivino alla soglia della vecchiaia in buona salute e con un carico il più ridotto possibile di disabilità.
_ Stili di vita corretti e consuetudini sociali appropriate avranno un ruolo sempre più importante nel determinare la qualità della vecchiaia della popolazione femminile.(…)
Per quanto riguarda la{{ mortalità nella popolazione femminile}} la prima causa resta legata alle {{malattie cardiovascolari}} (la regione Campania è quella con maggiore percentuale di mortalità per questa patologia) mentre la seconda causa è rappresentata dai {{tumori}} (la Valle d’Aosta è la regione
italiana dove si muore di più per tumore).(…)
Un altro indicatore interessante è costituito dal {{tempo libero ovvero dal tempo che le donne possono
utilizzare per la cura di sé}} e dei propri interessi. E’ interessante sottolineare che a livello di tempo
libero la popolazione femminile italiana dispone {{in tutte le fasce di età di minori ore a disposizione
rispetto agli uomini}} che sono poi utilizzate prevalentemente in attività culturali e nel volontariato. (…)
Dal Libro bianco emerge chiaramente la {{persistenza o l’aggravarsi di alcuni importanti fattori di
rischio per la salute femminile}}, in particolare il fumo e l’obesità. Il fumo di tabacco costituisce uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di patologie
croniche e invalidanti, in particolare nei confronti del tumore al polmone. (…)
L’obesità costituisce un altro fattore di rischio per la salute favorendo l’insorgenza di varie
patologie (in particolare cardiovascolari e il diabete) e costituisce quasi il 3% dei costi globali della
sanità. Questo è il motivo per cui l’OMS ha lanciato nel 2004 una Strategia globale su dieta,
attività fisica e salute che coinvolge tutti gli Stati membri che al loro interno hanno lanciato
campagne di sensibilizzazione sul tema.
Soltanto poco più di metà della popolazione italiana ha un peso normale, il 42,6% è in sovrappeso e,
rispetto al rapporto dello scorso anno, gli obesi sono aumentati dall’8,5% al 9% della popolazione.
In questo contesto le donne, in particolare quelle di alcune regioni meridionali, scontano il maggior
incremento di questo importante determinante di malattia. (…)
Il Libro bianco evidenzia che per quanto riguarda le malattie tumorali si sta verificando un
progressivo avvicinamento epidemiologico delle regioni del Sud, tradizionalmente meno colpite,
rispetto a quelle del Nord. Anche in questo caso vi è la convinzione che un importante
determinante delle tendenze negative nelle regioni meridionali, a fianco dell’inadeguato contrasto al
tabagismo, sia la progressiva sostituzione della dieta mediterranea con una dieta più “nordica”
associata ad un maggior rischio oncologico.(…)
Un capitolo molto interessante riguarda il discorso degli {{screening oncologici}}. Permane, per quanto
in via di attenuazione, una rilevante differenza nella diffusione dei programmi di screening per la
prevenzione secondaria dei tumori, in particolare della cervice uterina, della mammella e del colonretto,
con alcune regioni del Sud ancora terribilmente in ritardo nella attivazione di programmi di
questo tipo.(…)
Un ultimo capitolo di analisi interessante è costituito dalle{{ violenze subite dalle donne}} (fisiche e
sessuali): emerge drammaticamente che il fenomeno della violenza sulle donne nel nostro Paese è in
continua crescita. Dall’indagine Istat, infatti, emergono dati allarmanti: si stima che 6 milioni 743
mila donne, da 16 a 70 anni, siano vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita (31,9%);
5 milioni quelle che hanno subito violenze sessuali (23,7%); 3 milioni 961 mila coloro che hanno
subito violenze fisiche (18,8%) e circa 1 milione coloro che hanno subito stupri o tentati stupri
(4,8%).
Prendendo in considerazione la distribuzione per età, la fascia più colpita risulta essere quella tra i
25-34 anni
La [sintesi del Libro bianco->http://www.ondaosservatorio.it/libribianchi/200773161820.sintesilibrobianco.pdf?idlibrobianco=5] realizzato grazie ad una collaborazione dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna con l’Osservatorio Nazionale sulla Salute dell’Università Cattolica di Roma, è disponibile in rete
Il libro, edito da Franco Angeli, sarà disponibile nelle librerie da settembre
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