La sregolazione berlusconiana dice l’enorme difficoltà maschile nella relazione con le donne
Il mondo della sgregolazione berlusconiana ci dice il rifiuto, o l’enorme difficoltà maschile, secondo tradizione, della relazione intersoggettiva con le donne. Forse di questo bisognerebbe parlare e scrivere di piùDue grandi donne italiane: Laura Balbo e Luisa Muraro. La prima è una sociologa, la seconda è una filosofa. Una certa differenza d’età, ma non troppo.
_ Hanno attraversato da intellettuali quali sono il movimento delle donne degli anni settanta e ottanta.
Entrambe si sono espresse contro un appello proposto dalla direttora dell’Unità Concita De Gregorio di cui riporto un passo significativo:
“{Madri, nonne, figlie, nipoti, dove siete. Di destra o di sinistra che siate, povere o ricche, del Nord o del Sud, donne figlie di un tempo che altre donne prima di voi hanno reso ricco di possibilità uguale e libero, dove siete? Davvero pensate di poter alzare le spalle, di poter dire non mi riguarda? Il grande interrogativo che grava sull’Italia, oggi, non è cosa faccia Silvio B. e perché. La vera domanda è perché gli italiani e le italiane gli consentano di rappresentarli. Il problema non è lui, siete voi. Quel che il mondo ci domanda è: perché lo votate? Non può essere un’inchiesta della magistratura a decretare la fine del berlusconismo, dobbiamo essere noi. E non può essere la censura dei suoi vizi senili a condannarlo, né l’accertamento dei reati che ha commesso: dei reati lasciate che si occupi la magistratura, i vizi lasciate che restino miserie private. Quel che non possiamo, che non potete consentire è che questo delirio senile di impotenza declinato da un uomo che ha i soldi – e come li ha fatti, a danno di chi, non ve lo domandate mai? – per pagare e per comprare cose e persone, prestazioni e silenzi, isole e leggi, deputati e puttane portate a domicilio come pizze continui ad essere il primo fra gli italiani, il modello, l’esempio, la guida, il padrone. Lo sconcerto, lo sgomento non sono le carte che mostrano – al di là dei reati, oltre i vizi – un potere decadente fatto di una corte bolsa e ottuagenaria di lacchè che lucrano alle spalle del despota malato. Lo sgomento sono i padri, i fratelli che rispondono, alla domanda è sua figlia, sua sorella la fidanzata del presidente: «Magari». Un popolo di mantenuti, che manda le sue donne a fare sesso con un vecchio perché portino i soldi a casa, magari li portassero. Siete questo, tutti? Non penso, non credo che la maggioranza lo sia. Allora, però, è il momento di dirlo}”.
Perché si sono dette contrarie? {{Laura Balbo}} scrive che certo si sente coinvolta, perplessa e stanca di tutto ciò che accade; persino preoccupata. Ma “Prendere posizione sul fatto che le donne (dunque, anch’io e molte come me) non si indignano abbastanza; e dire che dovrebbero concentrare l’attenzione su queste vicende, non mi va bene. Non mi va bene che si assumano le vicende di cui si parla in questi giorni come una specie di segnale che d’improvviso si dovrebbe rendere consapevoli e attive, farne una priorità. Perché dovrei sentirmi più ‘disturbata’ io di altri (maschi e femmine)? Non è una questione che riguarda le donne in modo particolare: ci riguarda tutti.”
{{Luisa Muraro}} si dice impegnata da sempre politicamente per la libertà femminile e contro tutto ciò che la ostacola come la riduzione dei corpi femminili a merce. Però “le donne che vanno a questo mercato, io sostengo, hanno una soggettività che non mettono in vendita e perciò vanno prese in considerazione. Altrimenti, dalla politica si scade nel moralismo.”
{{Balbo}} ha ragione nel dire che ciò che sta emergendo della vita privata del primo ministro italiano non è esattamente un segnalo che d’improvviso ci dovrebbe fare sussultare e indignare.
_ Ha ragione nel senso che 9 milioni circa di clienti di prostitute e in aggiunta quelli che giovani e meno giovani raggiungono ogni anno i luoghi esotici della terra dove si possono acquistare a buon mercato i corpi delle bambine e delle ragazzine, sono una storia conosciuta.
Come del resto tutto sappiamo, perché lo vediamo ogni giorno, come vengono messi in scena nelle Tv del Bel Paese i corpi delle donne anche perché Lorella Zanardo ne ha tratto un bel documentario. E allora?
Il fatto è che di solito tutti/e riusciamo a re-agire , cioè a emozionarci e a trovare la spinta a fare qualcosa, quando succedono fatti, accadono eventi clamorosi.
_ E’ così, anche perché ci troviamo in un Paese dove i quotidiani si leggono molto poco e in genere si leggono poco anche i libri.
Inoltre, la scuola continua a essere un luogo apparentemente neutrale, dove si insegna che maschi e femmine hanno gli stessi diritti e doveri, ma si continua anche a trasmettere gli stereotipi di genere che si basano sulla presunta naturale divisione sessuale dei ruoli.
Noi siamo un Paese dove gli uomini giovani e vecchi hanno ancora la presunzione di assumere nell’area pubblica e politica la rappresentanza delle donne.
Un po’ di tempo fa su un quotidiano apparve un titolo che suonava all’incirca così: “Il marito del ministro ….”. Ovviamente si trattava di una ministra.
_ Se qualche uomo di buona volontà aderisce, molti, troppi qualcosa dicono ma con molti distinguo perché, si capisce, è difficile rinunciare ai privilegi di genere.
_ La prima parola la dobbiamo ancora dire noi donne!
{{Luisa Muraro}} resta fedele alla sua concezione dualistica: spirito e materia. La “soggettività” corrisponderebbe all’ ‘interiorità della buona educazione cattolica: se sono prigioniera in una cella quello che importa è che sono interiormente libera.
Interroghiamoci sul contesto, ha scritto {{Annamaria Rivera}}, perché questa è una società di sessimo maniacale e di una diffusa ed inquietante sgregolazione pulsionale: il godimento senza limiti -di cui scrive a parla Recalcati psicoanalista lacaniano – che elimina la relazione, ovvero l’altra. Il mondo della sgregolazione berlusconiana ci dice il rifiuto, o l’enorme difficoltà maschile, secondo tradizione, della relazione intersoggettiva con le donne.
_ Forse di questo bisognerebbe parlare e scrivere di più.
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