L’Ambulatorio Medico Popolare di Milano non deve chiudere
L’Ambulatorio Medico Popolare (AMP) è nato come risposta all’ascesa elettorale della destra
razzista a Milano nel 1993 che aveva determinato la costituzione di una Assemblea Permanente per i diritti negati. Ora una sentenza ha deciso che dovrà andare via entro il 15 luglio 2008 pagando al proprietario oltre 13.000 euro.Qualcuno crede che siamo alla fine di un percorso partito 15 anni fa, una follia in un mondo dove tutto si misura col denaro: un ambulatorio gratuito per il diritto alla
salute.
_ {{L’ambulatorio trova sede in alcuni spazi della casa occupata di via dei Transiti 28}}, a Milano, ristrutturati ed attrezzati grazie a una vasta campagna di sottoscrizione popolare. _ Si costituisce infine come associazione legalmente riconosciuta, con una struttura autogestita e autofinanziata.
_ Rappresenta, in tal senso una situazione che ha ridato vita e dignità ad locali ridotti ad un cumulo di macerie e che ha dimostrato come, a costo zero, senza ricevere finanziamenti da nessuno e senza richiedere compensi ai pazienti si possa dare una risposta concreta a bisogni fondamentali che il sistema sanitario non vuole affrontare.
In questi anni le attività dell’AMP hanno affrontato diversi ambiti delle politiche sanitarie:
– {{assistenza sanitaria di base}} per chi non ne ha diritto
– {{informazione e campagne di lotta sul diritto alla salute e sui diritti dei migranti}}, nelle scuole, negli spazi autogestiti e in altri ambiti cittadini e nazionali
– c{{onsultorio donne demedicalizzato}}
Le carenze e le inadempienze istituzionali nei confronti degli immigrati ci hanno portato col tempo a legare l’attività dell’AMP prevalentemente alle richieste di questa
parte della popolazione. Le scelte politiche adottate ci hanno permesso di {{non appiattirci su una attività di generico volontariato}}, ma di praticare la solidarietà militante contrastando l’immagine dell’immigrazione come problema di ordine pubblico e portando avanti battaglie per l’estensione dei diritti e delle garanzie di cittadinanza per tutti.
Un importante tentativo per generalizzare i diritti ha visto {{l’Ambulatorio promotore, con altre associazioni, di una legge di iniziativa popolare}} per l’accesso alle strutture sanitarie anche agli immigrati senza permesso di soggiorno.
_ Proposta di legge il cui esito, per quanto parziale, è stato recepito prima dal decreto Dini (’95), poi dalla legge 40/98 e mantenuto persino nel testo della Bossi-Fini (loro malgrado).
Siamo consci di operare in una situazione storica e culturale in cui al concetto di diritto alla cura e alla prevenzione si è sostituita la concezione della prestazione medica
come merce.
_ In questi anni abbiamo osservato il {{progressivo snaturamento del servizio sanitario nazionale}} attraverso i tagli dei servizi e l’aumento dei costi a carico del malato. In particolare la {{situazione lombarda è particolarmente preoccupante}}, anche perché lo scenario politico-istituzionale si è modificato con il passaggio di quasi tutte le
competenze in materia sanitaria alle regioni.
La tanto sbandierata ‘libertà di scelta” cara a Formigoni, si è dimostrata per quello che è: la {{svendita della Sanità pubblica a favore di strutture private}}.
_ Ne è conseguita una riduzione dei livelli di assistenza ed un aumento spaventoso dei costi
(attraverso ticket e tasse regionali), in gran parte per fare fronte alle spese relative alle numerose prestazioni remunerative elargite più per motivi economici che sulla base di una reale necessità sanitaria.
_ In questo contesto, la mancata applicazione di normative nazionali per non gravare sul
bilancio è all’ordine del giorno.
Per dare un senso diverso e non meramente “securitario” al termine di legalità, abbiamo aperto un altro fronte di iniziative attraverso {{esposti al difensore civico a partire da abusi denunciati dai nostri utenti}}. Una prima causa è stata vinta avendo noi ottenuto la fornitura
gratuita di presidi per la misurazione della glicemia per i pazienti diabetici, come peraltro già previsto dalla legislazione vigente non applicata in Lombardia.
_ Un {{secondo esposto}} è in corso e riguarda le difficoltà poste in sede ASL al rilascio del tesserino sanitario a stranieri con permesso di soggiorno in corso di rinnovo. Il rispetto della legalità può avere diverse sfaccettature.
Noi da situazione autogestita all’interno di una casa occupata rivendichiamo di avere sempre lavorato per l’applicazione dei diritti universali con la convinzione che{{ i diritti non debbano chiedere alcun tipo di “permesso”}}.
_ {{Questa esperienza rischia di chiudere sotto l’attacco di interessi speculativi}} in quanto una sentenza del tribunale ci ha notificato lo sfratto condannandoci inoltre a pagare
i danni. {{Dovremmo andare via entro il 15 luglio 2008 pagando al proprietario oltre 13.000 euro.}}
Di fronte a questo attacco facciamo appello a tutte quelle situazioni che hanno reso possibile la nascita dell’AMP per una difesa di questa esperienza che si svolge all’interno di uno spazio autogestito, nel quale convivono anche altre situazioni politiche.
_ {{Chiediamo fondamentalmente una presa in carico politica collettiva e di non essere lasciati soli di fronte alla mannaia delle pene pecuniarie}}.
Proponiamo un percorso caratterizzato dal rilancio delle attività all’interno dello spazio
occupato esportandole anche all’esterno. A chi ci ha chiesto come potere esprimere la solidarietà noi {{proponiamo una serie di iniziative itineranti}} in cui siamo disponibili a condividere la nostra esperienza sulle tematiche relative al diritto alla salute attraverso
conferenze dibattiti, distribuzione di materiale.
{{
Una campagna di lotta politica e di solidarietà}} in cui assieme alla diffusione delle
nostre attività puntiamo anche ad una raccolta di fondi per le spese legali di un eventuale ricorso e per proteggere le compagne ed i compagni da pene pecuniarie devastanti.
_ Allo stesso tempo{{ puntiamo a moltiplicare la attività all’interno dello spazio autogestito
iniziandone anche di nuove}}.
A questo proposito siamo molto orgogliosi di annunciare che {{all’interno dello spazio occupato dell’AMP verranno ospitate iniziative all’interno della campagna “Obietta gli obiettori” (OGO)}}, a cura del collettivo femminista “Mai State Zitte” (MSZ).
_ Deve essere chiaro a tutti che la chiusura dell’AMP non determinerà automaticamente il ritorno dello spazio occupato al suo proprietario!
{{Come espressione di solidarietà}} chiediamo la disponibilità ad ospitare le nostre iniziative itineranti e la partecipazione ad un presidio che verrà convocato davanti all’AMP per
il 15 Luglio in occasione dello sfratto esecutivo.
_ {{Ovviamente ben venga anche la semplice raccolta di un fondo di solidarietà}}
che potrà esserci recapitato direttamente oppure depositata sul
– c/c IBAN IT 27 A08865 20700 000000019439
_ intestato all’Ambulatorio Medico Popolare Ambulatorio Medico Popolare
{{Per informazioni}}: 02-26827343 lunedì e giovedì pomeriggio
_ {{mail:}} ambulatorio.popolare@inventati.org
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