L’assassino non bussa alla porta, ha le chiavi
Lo scorso 10 marzo a Taranto un marito ha massacrato a colpi di martello la moglie e due figlie di 11 e 15 anni. Un marito persona “per bene”, medico e la famiglia “per bene e normale” – come si sono affrettati subito a dire televisioni e giornali – ha fatto un’altra strage. Un’altra donna e due figlie sono state uccise non da qualche bruto, possibilmente emigrato, per strada, ma in quella sacra famiglia e in quella casa che dovrebbe “proteggere”.
_ Alle prime notizie, come da copione, sono seguite le prime “giustificazioni”: l’uomo soffriva di depressione, è stato un raptus seguito ad una lite.
Ma poi via via si scoprono ben altre cose:
_ Lui il 27 febbraio scorso era stato rinviato a giudizio per molestie sessuali verso una paziente dell’ospedale dove operava.
_ La moglie, anche per questo, aveva deciso di separarsi dal marito tanto che da un po’ di tempo lui abitava da solo in una villetta al mare. Ma la donna, Anna Maria, aveva manifestato paura e preoccupazione per l’atteggiamento del marito.
Tutta la terribile sequenza della strage dimostra che sono stati assassinii premeditati e “punitivi”: l’uomo è andato di mattino presto e si è introdotto nella casa della donna, l’ha spogliato nuda e legata al letto, prima di massacrare lei e le figlie.
_ Come diceva uno striscione alla manifestazione del 24 novembre: “l’assassino non bussa alla porta, ha le chiavi!”.
Ma in questo sistema sociale più le donne vengono violentate e uccise in famiglia e più la famiglia viene esaltata da Ratzinger a Casini, ecc.; alimentando a livello di massa una ideologia fascista, maschilista in cui l’uomo consideri normale che la moglie, i figli siano sua proprietà e in cui non è ammissibile che la donna possa lasciarlo e decidere un’altra vita, in cui la famiglia deve apparire all’esterno per bene e normale mentre cova le peggiori brutalità.
E’ di oggi un’altra terribile notizia, sempre nella nostra città: di abusi sessuali di un padre verso le sue due figlie.
_ Ma c’è un altro aspetto in questo massacro: l’uomo ha potuto “tranquillamente” ammazzare 3 donne in un palazzo di “gente per bene” senza che nessuno abbia messo il naso fuori dalla sua porta.
L’humus “securitario” che vuole spinge la gente a rinchiudersi ognuna nelle quattro mura è l’opposto della sicurezza sociale, è l’insicurezza permanente che uccide.
_ All’acuta contraddizione che sempre più viene avanti: tra necessità per le donne di liberarsi dalle catene mortifere di questa istituzione “famiglia” ipocrita, oppressiva, e un sistema sociale, politico, culturale che invece vuole rafforzare queste catene per fare di esse sempre più un puntello della società capitalista di moderno fascismo. […]
_ Questa è la nostra lotta per la vita contro la morte.
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