Udi di Napoli, Associazione Maddalena, Arcidonna Napoli Onlus chiedono sostegno alle donne di Napoli per la richiesta di un confronto non rituale col Sindaco, con la Delegata alle pari Opportunità e con l’assessora competente in merito ai finanziamenti ai centri antiviolenza non isituzionali.Il comunicato della Rete DIRE circa la distribuzione delle risorse previste per il contrasto alle violenze contro le donne dalla Conferenza Stato – regioni, rimarca il previsto definanziamento, se non esclusione, dei centri antiviolenza autogestiti.
Le decisioni prese in sede Istituzionale italiana, rimarchiamo noi, sono spesso in netto contrasto con le convenzioni internazionali, particolarmente quella di Istanbul. Il movimento delle donne ha premuto per la firma e poi per le ratifiche, che pur tardivamente sono state apposta e approvate.

Tutto quanto si è dibattuto e asserito nella rete antiviolenza delle donne Napoletane, parlando della rete non istituzionalizzata, ha per molti versi precorso i contenuti della Convenzione di Istanbul e proposto frontiere ben più specifiche ed avanzate. L’evidenza è che i centri antiviolenza afferiti alla rete non istituzionale, in continua comunicazione, hanno spinto quotidianamente per l’attuazione di principi contenuti nella Convenzione.

I risultati sono stati scarsi nel cambiamento delle burocrazie, che determinano le convenzioni coi singoli centri e la ripartizione delle risorse, pur nel contesto della Giunta guidata dal Sindaco dott. De Magistris più volte protagonista di affermazioni pubbliche a favore delle proposte del movimento antiviolenza nel solco dei protocolli e delle convenzioni internazionali.

Noi tra le associazioni che volontariamente e politicamente spendono le loro energie nel contrasto alle violenze contro le donne non possiamo che constatare la divaricazione tra gli intenti dichiarati, nelle celebrazioni ridondanti di promesse, e le pratiche del Comune di Napoli, ormai consolidate in visioni generiche se non contrarie alla citata Convenzione di Istanbul.

Per quanto riguarda la spesa già appostata non possiamo che constatare i deludenti risultati, mentre per la spesa a venire, nel merito di una parte dei soggetti convocati dal Comune “per la concertazione”, esprimiamo una preoccupazione fondata che le indicazioni venute dalla Conferenza Stato- Regioni si possano tradurre in una vero e proprio affronto alle conquiste delle donne.

La storia del contrasto alle violenze è in gran parte produzione politica del movimento delle donne. Tuttavia appare prevalente, nella gestione pubblica dei fondi e nelle scelte di fondo, il protagonismo di soggetti impropri che si caratterizzano per pratiche che hanno come fine la riconferma di equilibri familiari, che nulla hanno a che vedere con la liberazione e l’autodeterminazione delle donne.

Crediamo che i Comuni, e nel nostro caso il Comune di Napoli, debbano uscire dalla ritualità delle concertazioni, che spesso sono solo richieste di avalli, ed avere un diretto confronto col movimento delle donne per ritornare alla ratio delle dichiarazioni pubbliche degli intenti.

Come già l’assemblea delle donne per la restituzione, noi stesse associazioni politiche dell’antiviolenza crediamo che sia venuto il momento di un confronto diretto col Sindaco, con la Delegata alle pari Opportunità e con l’assessora al ramo.

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