Le donne, oggi
Notizie sull’effetto che la crisi capitalistica ha nei confronti delle donne incominciano ad arrivare. Le N.U. segnalano che la perdita di posti di lavoro per le donne si misura in 12 milioni, a causa della crisi capitalistica.
Si tratta di {{una antica “ricetta” del capitale}}, che ha sempre considerato il lavoro delle donne non un diritto, ma una merce a disposizione, da trattare secondo disponibilità del mercato, sicchè la forza lavoro femminile si chiamava “esercito di riserva” da trattenere in servizio in tempi di prosperità, da rinviare a casa nei periodi di crisi. Con ciò si ottenevano due effetti, quello di aumentare una disoccupazione socialmente più “tollerabile”, data la storica assenza delle donne dal lavoro industriale capitalistico e -secondo non minore effetto- facendo delle donne un fortissimo strumento di pressione verso mariti padri figli perchè non scioperino nè lottino, ma si limitino a lavorare a testa bassa, per non rischiare di perdere l’unico salario e sostegno economico della famiglia. Addirittura le donne che perdevano il lavoro non erano definite disoccupate, non si tenevano statistiche, scomparivano tra le casalinghe, e per legge potevano essere licenziate per matrimono o maternità .
Oggi si presentano condizioni di difficoltà che si scontrano con {{una coscienza delle donne di avere diritto al lavoro abbastanza consolidata}}, ma non ancora del tutto ferma: nessuna ragazza o donna dice più -come ancora si usava negli anni cinquanta- :” mio marito o il mio ragazzo vuole o non vuole, mi lascia o non mi lascia lavorare”, o anche “lavoro perché un salario solo non basta” cioè la coscienza delle donne rispetto al lavoro non era quella di un diritto, ma di una opportunità possibile: oggi va un po’ meglio e le donne che devono restare a casa sentono che vien loro fatto un torto; ma la materialià della disoccupazione è molto pesante e il rilancio del familismo più bieco avrà qualche effetto. Anche perchè qualche commentatore incomincia ad attaccare la solfa che {{al posto del Welfare }} (che non c’é già più) si può fare {{il Welfare famigliare}}, che è giusto che chi ha di più paghi di più sanità e scuola ecc. Anche Napolitano appoggia questa tesi reazionaria.
Dico subito che chi ha di più deve dare più tasse e con ciò contribuire a ripristinare il Welfare universalistico, e che {{il Welfare famigliare si chiama scientificamente “servizio sociale onnicomprensivo non pagato”}}, cioè la casalinga e che il lavoro non pagato si chiama schiavitù.
La distruzione dello stato sociale è il segno più vistoso che {{la crisi del capltale è a un punto per il quale non è più riformabile}}. Bisogna aver chiaro ciò, altlrimenti si chiamerà riforma la distruzione / privatizzazione dei servizi e si tornerà a prima degli anni cinquanta, il che significa un arretramento anche rispetto agli anni cinquanta.
C’è chi pensa anche tra le femministe che siamo nel pospatriarcato, ma siamo invece a{{ una delle forme più forti della crisi strutturaie e globale, siamo al dilemma o alternativa o barbarie. }}
Che cosa deve ancora accadere perchè la sinistra si renda conto che il capitale sta andando all’attacco del nuovo proletariato ormai fatto soprattutto di donne ragazze ecc. scolarizzate, dotate di titoli di studio capacità competenze, che si tende a respingere verso l’ignoranza e la subalternità?
Davvero {{i maschi che non si decidono a diventare uomini}}, ma restano prigionieri di istinti animali (restando indietro di un anello nella catena evolutiva) sono un peso intollerabile e portano al capitale un soccorso che è nuova barbarie. Resta inspiegabile che uomini colti gentili , magari persino di sinistra, o dicentisi addiritura comunisti non vedano e assistano {{senza far nulla persino al femminicidio,}} alla cancellazione di leggi duramente conquistate: infatti assistono indifferenti al rilancio del ruolo riproduttivo, alla distruzione dei consultori, all’ obbligo di obiezione verso la 194 in tutti gli ospedali privati religiosi, ai nuovi conseguenti casi di infanticidio. E a proposito di femminicidio si tende da parte di giuristi a {{ripristinare il delitto d’onore}} (raptus e incapacità di intendere e di volere; anche al tentativo di ripristinare la schiavitù del domicilio (“se stava a casa sua non le succedeva nulla”), come se gli stupri e le percosse non fossero reati che avvengono soprattutto in famiglia o per opera di mariti compagni fidanzati.
Spero che non staremo zitte a lungo, alla Convenzione No more contro il femminicidio bisogna aggiungere {{altre convenzioni }} per respingere qusta terribiie barbara onda di patriarcato che appoggiando il capitalismo in crisi ne aggrava e accresce la barbarie.
Pare strano constatare che {{uomini colti e importanti e che si dicono di sinistra }} non si accorgano di ciò:davvero il potere che hanno ostacola la loro presa di coscienza: levarglielo è una operazione di igiene sociale.
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