Le donne senza dimora meno degli uomini ma più a rischio
Per le donne la vita “per strada” si presenta come una condizione particolarmente drammatica per le diverse problematiche che questa situazione comporta. Le donne hanno un problema prima di tutto di sicurezza ed incolumità, essendo esposte senza protezione alla violenza che si incontra vivendo senza possibilità di riparo. Vi sono poi delle difficoltà igienico-sanitarie specifiche della fisiologia delle donne: sia l’igiene quotidiana che l’igiene specifica durante il periodo mestruale diventano problemi insormontabili che esitano in problemi ginecologici importanti. Tutto questo senza considerare gli aspetti di stigmatizzazione per la rottura con un sé sociale che porta le donne a vivere come una devastante sofferenza la perdita di una situazione alloggiativa, la perdita del riconoscimento del ruolo che da sempre le è riconosciuto di garante della tenuta di una situazione famigliare stabile, rispetto in particolare alla cura della casa e dei figli, ruolo che è ancestralmente ancorato alla donna. Le donne perdono l’autostima, vengono etichettate come “cattiva madre”, “prostituta” e questa situazione le mette in grossa difficoltà nel chiedere aiuto.
Particolarmente drammatica è la condizione delle donne che sono anche madri: la separazione dai figli è una delle esperienze più frequenti ma al contempo una delle più laceranti per queste donne, che a trauma aggiungono trauma, senza trovare possibilità di recupero.
Le donne senza dimora sono meno numerose degli uomini e si collocano in tutte le fasce di età, dalle donne più giovani – che arrivano alla vita in strada da rotture con la famiglia di origine, spesso dovute a problemi di dipendenza da droghe ed alcool, abusi famigliari e problematiche legate alla salute mentale che il con testo famigliare non è riuscito a sostenere – fino alle donne oltre i 50 anni – che diventano senza dimora spesso per la rottura del legame con la famiglia acquisita, con una precarietà lavorativa e fragilità delle competenze spendibili nel mondo del lavoro, espulse dal proprio contesto famigliare da mariti che si sono costruiti nuove relazioni o da figli che non sono in grado di sostenerle. In questo quadro molto frequenti sono le donne vittime di violenza famigliare, che fuggono dal proprio contesto caratterizzato appunto da violenza e soprusi fisici e psicologici, senza però incontrare una valida alternativa. Molto frequenti sono le situazioni in cui le donne sono state vittime di abusi già da bambine, situazione che ha reso particolarmente fragile la loro struttura di personalità. Le donne in strada sono spesso indotte alla prostituzione per potersi creare un reddito di sussistenza, prostituzione che si consuma in condizioni igieniche pessime e senza nessuna condizione di sicurezza. ( dicembre 2017 anamaria)