Le istituzioni diano continuità ad un’attività che non può sopravvivere con l’affanno e la precarietà della ricerca di fondi
Alla fine di giugno abbiamo chiuso la nostra Casa Rifugio per donne in difficoltà. Non per scelta dettata da nostra incapacità o svogliatezza o dalla mancanza di donne necessitate. Purtroppo abbiamo chiuso la Casa Rifugio per mancanza di fondi.
E’ con grande dolore e frustrazione che, in questo ultimo periodo, abbiamo dovuto spiegare alle donne che ci chiedevano di essere accolte in emergenza, che la casa non era più disponibile, ma la cosa ancora più grave è che nella nostra provincia non abbiamo trovato un posto disponibile per metterle in sicurezza.
Le istituzioni calabresi tutte hanno esposto queste donne a situazioni di disagio, di difficoltà, di pericolo.
_ Noi dedichiamo la giornata del 25 novembre – Giornata Mondiale contro la violenza alle donne – ad una donna della nostra provincia, a {{Tiziana Falbo}}, uccisa dal suo compagno per futili motivi.
Tiziana aveva 37 anni, e come unica colpa quella di essere accogliente e premurosa.
Noi chiediamo alle istituzioni di potere di individuare un percorso di messa in sicurezza immediato, per le donne che si rivolgono al Centro antiviolenza.
Altrimenti dovranno farsi carico delle conseguenze drammatiche che potranno derivare da queste inadempienze.
_ Promuoviamo una campagna di sostegno al Centro contro la violenza alle donne “Roberta Lanzino” nella fiduciosa attesa che le Istituzioni preposte possano attivarsi in tempo utile prima di decretare la chiusura anche del Centro di prima accoglienza.
{{{I dati del Femminicidio in Italia 2006 – 2010}}}
({fonte : Ricerca condotte dalle volontarie della Casa delle donne per non subire violenze di Bologna})
{{Sono almeno 115 le donne uccise in Italia nel 2010}}, in base ai dati riportati dalla stampa e riconducibili alla violenza di genere. Le morti delle donne che avvengono a seguito non già di una qualunque causa di morte, ma tutte quelle che hanno trovato origine in una violenza perpetrata dagli uomini, e che pertanto sono ascrivibili alla relazione di potere tra i generi.
In altre parole “donne uccise in quanto tali”.
{{Dal 2006 al 2010 si registra un aumento costante dei femminicidi}}: 101 nel 2006, 107 nel 2007, 112 nel 2008 e 119 nel 2009.
_ Per quanto riguarda il 2010 fino al 4 novembre sono stati conteggiati 114 donne cui va aggiunto almeno un altro omicidio risalente alla scorsa settimana, quello della 37enne uccisa qui, in provincia di Cosenza, dal suo convivente.
{{Il 10% delle donne che subiscono violenze è ad alto rischio di omicidio}}.
_ In base ai dati del 2009 le donne vittime di “femminicidio”sono soprattutto italiane (70.8%); così come in larga parte italiani sono gli assassini (76%): si dimostra privo di fondamento il luogo comune secondo cui la violenza contro le donne sarebbe un fenomeno collegato a culture estranee alla nostra o all’immigrazione.
Le cifre riferite allo scorso anno mostrano come spesso la donna “viene uccisa per mano degli uomini a le più vicini” : marito (36%), convivente o partner (18%), un ex (9%), un parente (13%). A conferma di un quadro che mostra quanto le relazioni familiari e tra i sessi siano quelle di maggior pericolo per la donna.
{{{ I dati del Centro contro la violenza alle donne Roberta Lanzino}}}
{(fonte : Volontarie del Centro contro la violenza alle donne Roberta Lanzino)}
Il Centro contro la violenza alle donne “Roberta Lanzino” dal 1988, data di costituzione, si occupa di contrastare il fenomeno della violenza alle donne.
_ E’in rete con oltre cento centri donna nazionali e aderisce all’ associazione nazionale D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza) che raccoglie in un unico progetto 58 associazione di donne che affrontano il tema della violenza maschile sulle donne secondo l’ottica della differenza di genere.
Dal 2000 al 2010 (giugno 2010) ha accolto nella Casa Rifugio ad indirizzo segreto 20 donne con figli minori.
Nel periodo compreso tra luglio 2009 a luglio 2010 al Centro sono pervenuti 179 contatti telefonici; 101 donne sono state accolte in sede, ed hanno intrapreso il percorso di uscita dalla violenza, ottenendo anche consulenze legali e psicologiche.
Tre donne, secondo il loro desiderio, sono state prese in carico dalla psicologa del Centro, 2 di queste hanno terminato il percorso positivamente, la terza sta ancora seguendo il percorso psicologico.
Delle donne che hanno ricevuto consulenza legale presso il Centro, 9 hanno intrapreso azioni giudiziarie per procedimenti penali attualmente pendenti: 3 donne per violenza sessuale, 5 per atti persecutori (stalking) e 1 per lesioni gravi.
Le donne accolte in sede provengono dall’intera regione, in particolare 77 da Cosenza e provincia, 18 da altre province calabresi e 6 donne straniere.
Particolare attenzione è stata riposta nell’accoglienza a 40 donne che hanno denunciato il fenomeno psicologico della violenza assistita da parte dei loro figli minori.
Le violenze denunciate dalle donne accolte dalle operatrici di accoglienza sono così suddivise per tipologie di violenza:
– 87 donne hanno denunciato violenze di tipo psicologico;
– 37 donne violenze di tipo fisico;
– 28 donne violenze di tipo sessuale;
– 22 donne violenze di tipo economico;
– 12 donne atti persecutori (stalking).
Il 90% delle violenze denunciate avvengono dentro le mura domestiche o all’interno di una relazione affettiva.
Il Centro si è costituito parte civile in quattro processi dinanzi al Tribunale di Cosenza; ha proposto atto d’intervento in un processo dinanzi alla Corte di Assise di Cosenza, accanto alle donne vittime di violenza.
Questo 25 Novembre vogliamo richiamare l’attenzione sulla violenza alle donne proponendovi la visione di un film del 2003 [Ti do i miei occhi ->http://blog.zapster.it/index.php/ti-do-i-miei-occhi-trailer/](Te doy mis ojos) di Icíar Bollaín, regista spagnola vincitrice 7 premi Goya, che affronta il tema della violenza domestica sulle donne.
Cogliamo l’occasione per rilanciare l’attenzione dell’opinione pubblica regionale sulle difficoltà che il nostro Centro sta vivendo per aver già chiuso la Casa Rifugio e nel denunciare le gravi condizioni economiche anche per quanto riguarda il Centro di prima accoglienza.
Sin da subito lanciamo una campagna di sottoscrizione chiedendo a voi, operatori della comunicazione, di sostenerci attraverso la continua e capillare visibilità della nostra richiesta affinché chi lo ritenga possa sottoscrivere e sostenerci.
Alle istituzioni locali chiediamo, ancora una volta, di attivare gli strumenti in loro possesso (Legge del 21 Agosto 2007: Disposizione per la promozione ed il sostegno dei centri antiviolenza e delle case di accoglienza per donne in difficoltà) per dare continuità ad un’attività che non può sopravvivere con l’affanno e la precarietà della ricerca di fondi.
Noi guardiamo al futuro con la consapevolezza che il percorso non è affatto semplice ma anche con la certezza del valore alto di quanto abbiamo fatto e stiamo facendo per le donne calabresi.
Il nostro immediato futuro prevede innanzitutto il rafforzamento della Rete tra Istituzioni e soggetti interessati. Il volontariato non ha la forza di sostenere e facilitare la soluzione di alcuni complessi problemi che troppo spesso sono per le donne insolvibili.
La collaborazione con le Istituzioni è inevitabile e passa per la consapevolezza che tanta sofferenza femminile, così come il desiderio delle donne di affermare la propria azione, la propria vita, non sono mai più da considerare affari di donne, da ascoltare magari con un sorriso benevolo di condiscendenza forzata.
– Centro contro la violenza alle donne “Roberta Lanzino”
_ Via Caloprese, 56 87100 COSENZA Tel 0984 36311 Fax 0984 36211 _ CONTRO33@LIBERO.191.it
_ conto corrente 173 IBAN: IT4920306716204000000000173 Banca Carime (CS)
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