Una risoluzione coraggiosa, che guarda al benessere e investe nel futuro di oltre 3 miliardi di persone, i/le giovani sotto i 24 anni, quasi la metà della popolazione mondiale, che l’anno scorso ha superato i 7 miliardi.
E’stata adottata il 27 aprile dalla Commissione su popolazione e sviluppo delle Nazioni Unite nella sua 45.a sessione, e riguarda la loro {{salute sessuale e riproduttiva, il diritto dei giovani di decidere sulle questioni relative alla loro sessualità; l’accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva}}, compreso l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, laddove sia legale, in condizioni di sicurezza, garantendo riservatezza e rispetto senza alcuna discriminazione; il diritto a un’educazione sessuale completa;{{ il controllo della propria sessualità, libera da violenza, discriminazione e da ogni coercizione.
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La Commissione su popolazione e sviluppo (CPD) esamina le tendenze e i problemi specifici relativi alla popolazione mondiale nel suo complesso e a situazioni specifiche dei diversi paesi, dando indicazioni su possibili programmi di lavoro e sulle politiche necessarie, sia per le Nazioni Unite stesse che per i singoli Paesi membri.

“Questa Commissione è uno degli strumenti più importanti che abbiamo, un’occasione per parlare di giovani, per i/le giovani e con i/le giovani”, ha detto Kgomotso Papo, parlando a nome della delegazione del Sud Africa, durante la sessione plenaria di chiusura.

“Questa risoluzione era attesa da lungo tempo e rafforza il Piano d’azione della Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo tenutasi al Cairo nel 1994”, ha dichiarato {{Daniela Colombo}}, Presidente dell’Aidos. “Tra due anni ci sarà una verifica formale di quanto è stato fatto negli ultimi vent’anni e di quanto ancora bisogna fare. Ci auguriamo che il nostro Governo sia un attore importante di questo processo e ribadisca il suo impegno senza subire l’influenza delle politiche del Vaticano in materia di salute e diritti sessuali e riproduttivi”, conclude Colombo.

La risoluzione arriva sulla scia di {{un rapporto dell’Unicef}}, {“Progress for Children. A Report Card on Adolescents”}, che lancia un allarme in particolare per la condizione degli/lle adolescenti in Africa, il continente che entro il 2015 avrà il più alto numero di adolescenti al mondo. Il loro futuro è però messo a rischio dalla pandemia dell’HIV/AIDS, dall’alto numero di gravidanze precoci e indesiderate e dalle conseguenti complicanze al parto, dalla violenza, dalla disoccupazione, dall’ancora insufficiente accesso all’istruzione..
Il rapporto dell’Unicef e le decisioni finali della Commissione evidenziano {{la gravità della situazione e l’urgenza di realizzare politiche efficaci a sostegno di tutti i/le giovani}}. L’adolescenza è una fase delicata della crescita di un essere umano, il giusto investimento può interrompere il ciclo di povertà e tutto ciò che da questo consegue, portando opportunità economiche, sociali e politiche non solo agli/alle adolescenti ma alle comunità e agli Stati di cui questi sono cittadini e cittadine.

In chiusura della sessione, il Presidente della Commissione, l’ambasciatore Hasan Kleib, ha invitato gli Stati membri a realizzare tali accordi a livello nazionale, affermando che “ora dobbiamo incamminarci su questo nuovo sentiero”.