Le Nazioni Unite sulla 194 chiede il rispetti dei diritti umani all’Italia
Il 28 marzo 2017 il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha espresso preoccupazione per le difficoltà che le donne devono affrontare per accedere all’ interruzione volontaria di gravidanza a causa dell’elevato numero di medici obiettori che si rifiutano in tutto il paese di effettuare il servizio . Le Nazioni Unite hanno esaminano il 9 e 10 marzo 2017 il rispetto dei diritti umani in Italia e concluso che l’elevato numero e la modalità di distribuzione dei medici che rifiutano di prestare il servizio in tutto il paese sia fonte di violazione dei diritti umani.
Le Nazioni Unite hanno richiesto al governo italiano di adottare le misure necessarie, non solo per eliminare tutti gli impedimenti, ma anche per garantire il tempestivo accesso ai servizi di interruzione volontaria di gravidanza su tutto il territorio per tutte le donne che ne fanno richiesta. Tra le misure necessarie viene richiesto al governo italiano la creazione di un sistema efficaci di riferimento delle pazienti. « Quindi, spiega Irene Donadio di IPPF EN si richiede di stabilire protocolli e linee guida per garantire che gli ospedali che non forniscono il servizio si assicurino attivamente che le pazienti ottengano il servizio in altre strutture sanitarie. Quello di oggi é un riconoscimento importante per le donne in Italia». IPPF EN, LAIGA, Vita di Donna e The Center for Reproductive Rights hanno presentato una Relazione alle Nazioni Unite illustrando l’inadempienza degli obblighi dell’Italia del rispetto dei diritti umani in relazione all’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza.
Silvana Agatone, presidentessa della LAIGA, forte dell‘ esperienza in prima linea della LAIGA negli ospedali esulta: « Se il governo seguirà le raccomandazioni di oggi come e’ tenuto a fare, le donne avranno finalmente garantito anche negli ospeali che non forniscono il servizio, una percorso documentato in altra struttura in poco tempo. Sarebbe un grande un passo avanti! »
Irene Donadio da IPPF, la piu’ grande federazione mondiale sulla salute sessuale e riproduttiva aggiunge « Per molto tempo, troppe donne in Italia sono state maltrattate quando hanno richiesto la prestazione di un servizio garantito dalla legge. Dopo il Consiglio d’Europa anche le Nazione Unite esigono il rispetto dei diritti e della dignità della donna. E’ ora che Il governo italiano prenda i provvedimenti adeguati ».