Lettera aperta delle associazioni impegnate per la parità per le prossime elezioni del 25 settembre 202
LETTERA APERTA AI PARTITI E AI MOVIMENTI ITALIANI,
ALLE CANDIDATE E AI CANDIDATI CHE CI CHIEDONO IL VOTO
PER LE PROSSIME ELEZIONI DEL 25 SETTEMBRE 2022
Per un voto informato e consapevole desideriamo sapere chi intenda impegnarsi per realizzare gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile.
In particolare il contrasto al riscaldamento globale deve essere messo al centro dei programmi politici, come chiesto da numerosi scienziate e scienziati e da esponenti della società civile.
Alcune firmatarie della presente lettera aperta sono da tempo impegnate nell’ASviS – Associazione Italiana per lo Sviluppo sostenibile, fondata nel 2016 per far conoscere e rispettare l’Agenda ONU 2030. Deve essere considerato che tra i 17 obiettivi il numero 5 è volto al raggiungimento della parità uomo/donna perché senza l’equilibrata presenza delle donne nella società non c’è sviluppo sostenibile e senza visione di genere nessuno degli obiettivi dell’Agenda può essere affrontato adeguatamente.
Passando alle questioni più specifiche che riguardano la condizione delle donne in Italia chiediamo innanzitutto che si prosegua nell’impegno per completare i progetti già incardinati da far finanziare con il PNRR.
Molti i provvedimenti all’esame del Parlamento che a nostro parere devono essere ripresentati e approvati nella prossima Legislatura, ne segnaliamo due:
– disegno di legge n.1785 Norme per la promozione dell’equilibrio di genere negli organi costituzionali, nelle autorità indipendenti, negli organi delle società controllate da società a controllo pubblico e nei comitati di consulenza del Governo, approvato in Senato, a prima firma della Senatrice Pinotti;
– riformulazione, attraverso un ampio lavoro di mediazione, se non si vuole incorrere ancora una volta in un blocco, della proposta approvata il 4 novembre 2020 dalla Camera dei Deputati su: “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità“ per la modifica dell’articolo 604-bis del Codice Penale, sul reato di “Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa”;
– ripresentazione di una proposta parallela alla Camera e al Senato per normative sul linguaggio di genere e sui titoli, come previsto nella corrente legislatura dal DDL S. 1707, oggetto nella precedente legislatura dei PDL n. 464 e 4772 su ”Disposizioni concernenti l’eliminazione delle discriminazioni linguistiche negli atti normativi e amministrativi. Disposizioni in materia di concordanza dei titoli funzionali in base al sesso della persona cui sono attribuiti negli atti delle pubbliche amministrazioni”.
Inoltre chiediamo che siano presentate le seguenti proposte:
– norme per estendere la tutela del lavoro a tutte le professioniste, anche sotto l’aspetto economico, per scongiurare l’abbondono dalla professione determinato dall’abuso di posizione dominante;
– eliminazione del fenomeno delle bambine e dei bambini tolti violentemente alle madri nonostante la sentenza Cass. Civ., Sez. I, ord. 24 marzo 2022 n. 9691 che ha dichiarato la PAS illegittima e l’uso della forza per sottrarre il minore contraria allo Stato di diritto;
– norme per la creazione di una efficace rete di strutture sociosanitarie territoriali per la presa in carico dei neonati necessarie per un’efficace azione preventiva e per evitare tragedie come quella recente della bimba abbandonata anche dalle istituzioni;
– modifiche alle prassi del Senato e della Camera per la declinazione al maschile o al femminile dei termini utilizzati.
Concludiamo segnalando la mancata approvazione delle leggi necessarie per completare le sentenze della Corte costituzionale.
In questa legislatura grave la mancata approvazione:
– delle disposizioni urgenti necessarie per il completamento della riforma sull’attribuzione del cognome materno a seguito della sentenza n. 131/2022 della Corte costituzionale;
– di una legge sul fine vita oggetto del DDL S 2553 “Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita” nel testo approvato dalla Camera, conseguente alla sentenza n. 242/2019della Corte costituzionale sul vulnus costituzionale già riscontrato con l’ordinanza n. 207 del 2018. Non si tratta di introdurre l’eutanasia per legge ma di fornire risposte adeguate a persone con sofferenze insopportabili. Questa impostazione non contrasta con i principi religiosi, come dimostra anche la recente dichiarazione del Cardinale Matteo Zuppi, favorevole al funerale religioso che fu negato dalla Chiesa a Piergiorgio Welby.
Nella speranza di ascolto e di tempestive risposte
Italia, 7 agosto 2022
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