Lettera aperta per dichiarare un amore
Amiamo la nostra città, Napoli, attraverso tutti quelli che l’amano nel modo giusto: l’unico modo di amare.
Non possiamo difenderla tutta, ma possiamo unire le nostre mani a quelle degli altri coraggiosi amanti. Oggi abbiamo un motivo in più per unire le nostre mani a quelle di Omar Suleiman che col suo lavoro al Caffè Arabo di Piazza Bellini e con il suo entusiasmo è stato protagonista, insieme a tanti altri cittadini ed imprenditori come lui, del riscatto del centro storico fin dagli anni novanta. Il 4 Maggio a causa di una brutale aggressione, i suoi collaboratori Cinzia Musella, Francesco Esposito e Majed Qaddumi sono dovuti ricorrere ai sanitari per fratture ed ematomi. Gli aggressori, non ancora identificati nominalmente, sono certamente gli eredi degli “spodestati”: quelli che amano le terre di nessuno dove è possibile eccedere, sporcare, distruggere e se capita uccidere.
La gamba fratturata di Miriam e la costola rotta di Majed sono ferite gravi, anche per noi e per la città.
Se tutto questo succede, è potuto succedere, non si può pensare che si tratti solo di una piazza o di un bar: ogni luogo del centro storico è un approdo e un cuore.
Questa non è la prima volta che Piazza Bellini, e il caffè arabo per la seconda volta, diventa teatro di aggressioni e scorribande teppistiche di quelli che vengono chiamati balordi. Balordo è un termine che serve a suggerire l’imprevedibilità di gesti, che invece noi crediamo spiegabili e funzionali alla desertificazione culturale dei beni comuni, troppo spesso lasciati al degrado.
Una città ricca di prospettive non dovrebbe fare a meno di quanto si è costruito, non dovrebbe dimenticare le promesse mantenute dai cittadini come Omar. Ma a volte tutto si dimentica nella convinzione che le “grandi imprese” possano più della passione delle donne e degli uomini che, nonostante la sottrazione delle risorse, continuano a progettare e volere una città migliore. Una città è più ricca se i cittadini non vengono ostacolati nella facoltà di prendersene cura.
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