Lettera degli Stati Generali delle Donne: le ripercussioni negative dello “stare a casa” per i più deboli
Al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte
Alla Ministra dell’Interno,Luciana Lamorgese
Alla Ministra delle Pari Opportunità, Elena Bonetti
La situazione di emergenza sanitaria determinata dalla pandemia da virus Covid-19 ha individuato nello “stare a casa” una delle più importanti forme per arginare la pandemia, ma questa situazione si ripercuote negativamente soprattutto sui soggetti appartenenti alle fasce più fragili della popolazione, come gli anziani, i disabili, gli ammalati, le donne e le persone sole.
Partendo da questo pensiero, gli Stati Generali delle Donne intendono con la presente sollecitare ad adottare con la massima tempestività le seguenti misure:
a) Garantire immediati aiuti in primo luogo alle persone, donne e uomini che più ne hanno urgente bisogno, e che invece vengono scandalosamente dimenticate perché emarginate ed abbandonate alla violenza, al dolore e alla morte, quando non addirittura perseguitate;
b) Cambiare paradigma rispetto alle associazioni che si occupano della violenza. Ora che l’emergenza sanitaria ha costretto a considerare che su tutto il territorio italiano operano molte associazioni, fondazioni, e enti che si occupano di violenza ed anche di vittime di tratta, nella sua formulazione più estesa, occorre creare tra queste realtà rete e alleanze.
c) Abrogare immediatamente le misure contenute nei due cosiddetti “decreti sicurezza della razza” imposti dal precedente governo nel 2018-2019, scellerate misure razziste che violano i diritti umani e mettono in ancor più grave pericolo la vita di tanti esseri umani.
d) Riconoscere a tutte le persone che vivono in Italia tutti i diritti che ad esse in quanto esseri umani sono inerenti, facendo cessare un effettuale regime di apartheid che confligge con il rispetto dei diritti umani, con la democrazia, con i principi fondamentali e i valori supremi della Costituzione della Repubblica italiana.
Gli Stati Generali delle donne manifestano un grande impegno ogni giorno, come altre associazioni, nel supportare e ascoltare chi ha bisogno, nell’arginare la violenza, in particolare quella di genere, informando tutte e tutti attraverso un’attività di ascolto, counseling e supporto sociale, ma anche di guida per le donne vittima di violenza, indirizzandole a chiedere aiuto al 1522 e alle forze dell’Ordine. Si costituiscono perciò in Osservatorio dal quale vedere come l’imposizione dello “stare a casa” abbia fatto crollare le telefonate perché è difficile per le donne in difficoltà, da casa parlare al telefono e chiedere aiuto.
Ritenendo che ora più che mai non si può abbassare la guardia su altre emergenze e che la priorità sia garantire sicurezza e servizi essenziali e necessari per affrontare con positività la grave situazione, abbiamo attivato, come Stati generali delle Donne, la piattaforma www.adottaunalavoratrice.it che permette di chiedere una consulenza o un appuntamento, dal proprio pc o dal proprio smarthphone, cliccando semplicemente e direttamente sul tasto “prenotazioni”.
Salvare le vite è il primo dovere. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignità, alla solidarietà. L’imperativo morale è soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.