Il Parlamento europeo ha votato in plenaria una risoluzione che prende le mosse dalla campagna europea Right2Water, che promuove il diritto umano all’acqua. Sull’onda di un risultato storico (1.8 milioni di firme), raggiunto tramite una Iniziativa dei cittadini europei (ECI), Strasburgo ha deciso di seguire la rotta tracciata dalla società civile: con 363 sì, 96 no e 231 astenuti, è passata la relazione dell’eurodeputata irlandese del GUE, LynnBoylan. Il testo approvato in plenaria invita la Commissione europea a presentare proposte legislative che sanciscano il diritto all’acqua, tra cui una revisione della direttiva quadro. Chiede, inoltre, di contrastare la privatizzazione dei servizi idrici e di escluderli dai negoziati sul TTIP.

Il trattato di libero scambio fra Stati Uniti e Unione europea, infatti, al momento non prevede una loro salvaguardiada possibili privatizzazioni. Per quanto la Commissione e il governo italiano, per bocca del vice ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda, continuino a dichiarare che i servizi pubblici non verranno intaccati dall’accordo, la realtà è un’altra. Bruxelles – mutuando un’espressione già utilizzata nel GATS – definisce pubblici i servizi «forniti nell’esercizio dell’autorità governativa», e cioè «né su base commerciale né in concorrenza con uno o più prestatori di servizi». Queste formule, denuncia da tempo la Campagna Stop TTIP, permettono di espungere dal negoziato solo quei settori di esclusiva pertinenza delle autorità pubbliche, cioè il traffico aereo, l’amministrazione della giustizia, l’ordine pubblico e la difesa.

L’acqua, dunque, in violazione al referendum del 2011, potrebbe esseresul tavolo dei negoziati sul TTIP. La relazione approvata da Strasburgo, però, rappresenta una forte indicazione politica per i negoziatori, poiché «esorta la Commissione a concedere una esclusione giuridicamente vincolante per i servizi idrici, igienico-sanitari e di smaltimento delle acque reflue dai negoziati in corso per il Partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) e dall’Accordo sul commercio dei servizi [TISA ndr.]».

“Formalmente la Commissione può ignorare qualsiasi pronunciamento del Parlamento europeo – dichiara Marco Bersani, tra i portavoce della campagna Stop TTIP – ma se la mobilitazione sociale è costante e incisiva non può permettersi di non tenerne conto. Tra i punti qualificanti del documento ci sono la richiesta di tenere fuori l’acqua da qualsiasi accordo commerciale internazionale o interno e quella di porre uno stop alla promozione della privatizzazione attraverso i memorandum imposti dalla Troika ai Paesi indebitati. Può tutto questo non avere effetti sul TTIP?».

«Un successo della mobilitazione della società civile e di tutti gli attivisti che, con tenacia, si sono battuti per il diritto all’acqua pubblica – sostiene Elena Mazzoni, tra i coordinatori della campagna italiana Stop TTIP – Grazie a questo voto l’accesso all’acqua viene riconosciuto diritto umano e noi, come Campagna, continueremo a batterci affinché la mercificazione di altri diritti fondamentali sia categoricamente esclusa dalla contrattazione sul TTIP e vengano accolte le istanze dei cittadini europei».

«Siamo sollevati – sottolinea Monica Di Sisto, tra i portavoce della campagna – di poter dare una buona notizia agli operatori del settore agroalimentare, che sono quelli che maggiormente sollevano perplessità sul trattato, e lo dico dalla sede del Convegno organizzato dal Congresso Agrituristico Mantovano,  la fiera agricola più antica d’Italia. La mobilitazione continua per portare su altri ambiti lo stesso democratico risultato ottenuto ieri al Parlamento europeo».

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