L’ignoranza uccide
Da Lanuvola’blog riprendiamo la nota di Maria G. Di Rienzo.
Presentazione dei dati sull’attività del Ministero dell’Interno italiano dal 1° agosto 2013 al 31 luglio 2014, conferenza stampa: “(…) Resta critico il problema della violenza di genere. 10.703 denunce per stalking nell’ultimo anno, il 77,96 per cento delle quali sono state presentate da donne. Gli omicidi complessivi sono stati 446; quelli nell’ambito familiare o sentimentale 153: 72 commessi dal partner, 9 dall’ex, 72 da altro familiare.”
Questo è ciò che è successo dopo.
8 agosto 2014, Genova – Yamila Gonzalez, 42 anni, torna a casa in sedia a rotelle dopo 11 mesi passati in ospedale. A ridurla così l’uomo con cui aveva una relazione, Bruno Calamaro, che il 24 maggio 2013 le ha sparato colpendola tre volte. Costui è stato condannato a 12 anni di carcere per tentato omicidio. Yamila vive con il figlio più piccolo, decenne, e non è stata presa in carico dai servizi sociali.
8 agosto 2014, Fiumicino – Un uomo di 72 anni spara alla moglie, al figlio e poi a se stesso. La donna è morta sul colpo, il figlio è stato ferito al braccio non gravemente e l’uxoricida, al momento della redazione del trafiletto, era ancora vivo.
9 agosto 2014, Carugo – Mariangela Moiola, 55 anni, muore uccisa dal figlio 22enne Marcello Suriano. Costui ha prima tentato di strangolarla a mani nude in casa ma stante la strenua resistenza della donna, che era riuscita a sfuggirgli, ha finito di soffocarla in strada con un sacchetto di plastica premuto sulla bocca.
9 agosto 2014, Milano – Padre quarantenne, che violenta la propria figlia da quanto costei aveva 13 anni la mette incinta a 16 e l’accompagna ad abortire, minacciandola affinché ai sanitari racconti di essere stata stuprata da un cugino di fantasia. Poiché le indagini proseguono e non riescono a rintracciare quest’ultimo, una volta compiuti 18 anni la ragazza si presenta in questura con la madre e racconta la verità.
9 agosto 2014, San Fele – Vito Tronnolone, 65 anni, uccide a colpi di pistola moglie e due figli e si suicida con la medesima arma. Prima di spararsi avrebbe chiamato le sorelle in Toscana: “Ho ammazzato tutti, ora mi ammazzo io.”
14 agosto 2014, Perugia – Dopo oltre un mese di agonia, Ilaria Abbate muore all’ospedale di Perugia. Era stata ferita da un colpo di pistola alla testa sparato dal suo ex compagno Riccardo Bazzurri. Prima di rivolgere l’arma contro se stesso, l’uomo ha ferito anche l’amica di lei, Ilaria Toni, e il suo bimbo di due anni e mezzo, tuttora ricoverato in gravissime condizioni.
14 agosto 2014, Sampierdarena – Arrestato 24enne per aver massacrato di botte a calci e pugni la convivente, che usava segregare in casa e a cui sequestrava documenti e cellulare. La donna, 32enne, era già stata ricoverata il mese precedente a causa delle percosse. Ora si trova in una struttura protetta, in cui ha chiesto di essere trasferita perché teme per la propria vita.
14 agosto 2014, Sarzana – Antonietta Romeo, 40 anni, è uccisa con tre colpi di pistola dall’ex marito Salvatore Iemma, 48enne, davanti agli anziani ospiti della “casa famiglia” che lei gestisce. La coppia aveva quattro figli, tre dei quali minorenni. L’uomo aveva subito in passato una condanna per porto abusivo di arma ed era appena stato rinviato a giudizio per estorsione, nell’ambio di un’indagine su sfruttamento della prostituzione e altre attività illegali relative ad un night club di La Spezia: nonostante ciò era in possesso, regolarmente, di due pistole e sette fucili da caccia.
16 agosto 2014, Lago del Bilancino – Il corpo senza vita di Jennifer Miccio, 30 anni, è ritrovato sulle rive del Lago del Bilancino. Daniele Baiano, 34 anni, l’ha investita volontariamente con l’auto e poi si è impiccato. Jennifer, che conviveva con un altro uomo, aveva un bambino piccolo nato da una relazione precedente.
17 agosto 2014, Ancona – Gianluca Giustini, 34enne, uccide con tre coltellate la figlioletta Alessia di 18 mesi, direttamente nella culla. Poi avvisa telefonicamente la moglie, fuori con l’altra figlia di quattro anni e mezzo, così: “Ho fatto un casino.”
18 agosto 2014, Monasterace – Mary Cirillo, 31 anni, muore per un colpo di pistola alla tempia sparatole dal marito Giuseppe Pilato, 32enne. La coppia aveva quattro figli: a scoprire il corpo della madre è stata la più grande, di dieci anni.
Ora vi dirò qualcosa di probabilmente inaspettato: NON mi interessano le motivazioni degli assassini, dei picchiatori e degli stupratori. I sedicenti giornalisti le hanno già incorporate nei loro articoli di cronaca: o è colpa della vittima (lo aveva lasciato ed è morta; voleva lasciarlo ed è morta; non lo aveva lasciato e ha continuato a prendersi le botte; e la bambina uccisa a coltellate nella culla “faceva i capricci”: così, nero su bianco, senza vergogna alcuna da parte di chi ha scritto questa immane stronzata), o è colpa del raptus che ha momentaneamente trasformato in un mostruoso alieno assetato di sangue un uomo altrimenti gentile, pacifico, quieto, marito – padre – figlio esemplare (“forse aveva problemi psichiatrici”, scrivono i professionisti dei media: e forse aveva emicranie croniche, emorroidi e un herpes sulla schiena… come possiamo saperlo?).
Le motivazioni che vorrei capire sono le vostre, di voi che sotto all’annuncio dell’assassinio di una donna, sotto un cadavere, scrivete:
– Ci sono uomini che non sanno scegliere le donne. Se uno è geloso ne deve scegliere una bruttissima.
– Nelle altre nazioni non viene dato tutto questo rilievo alla cronaca nera. Ha influenza negativa sulle menti più a rischio.
– Quest’estate ero all’estero e al tg non passavano mai notizie del genere, senza poi contare la mancanza di rispetto nei confronti delle famiglie, che vergogna.
– Questo caso serve solo a rinfocolare l’emergenza femminicidio inventata di sana pianta.
– Parlarne continuamente crea emuli già labili psicologicamente.
– Evidentemente non conosceva a fondo il compagno. L’errore di una scelta sbagliata a volte si paga con la vita.
– In ogni paese del mondo e in ogni epoca ci sono stati delitti passionali. In Italia siamo in media con le altre nazioni. Purtroppo tale genere di omicidio non si potrà mai debellare a meno di non cambiare l’uomo. Cosa altrettanto pericolosa.
– Cominciamo ad educare le nostre figlie a non uscire con energumeni violenti. Del resto, per uno strano destino, questi soggetti hanno sempre avuto molta fortuna tra le donne. Molte mie amiche hanno come compagni dei ceffi che io non avrei neanche il coraggio di fermarli per strada per chiedere un accendino.
– E’ colpa delle donne italiane. Devono smetterla di preferire i figli maschi alle femmine. Chiamandoli belli di mamma, tesorucci di mamma, viziandoli allo spasimo e quindi rovinandoli.
– Non ci sono scuse per un delitto del genere ma non sappiamo cosa ha scatenato la lite… Un tradimento forse? La donna è molto bella…
E’ bella, è brutta? E’ MORTA, signori, della vostra valutazione di scopabilità ormai può importare solo a un necrofilo. Ne muoiono di più o di meno all’estero, la cronaca riporta di più o di meno gli omicidi? Chi se frega, signori, la donna di cui parliamo è MORTA. Ha scelto l’uomo sbagliato, l’uomo ha sbagliato a scegliere lei? Intanto, LEI è MORTA ASSASSINATA.
Spiegatemi: come riuscite a sopravvivere con tanto vuoto nel cervello? Riuscite ad allacciarvi le scarpe da soli? Avete mai provato, nei confronti di un altro essere umano, uno slancio di empatia o la sola parola vi fa venire i conati di vomito?
Colpa delle madri, educhiamo le figlie? Cominciate ad educare voi stessi. Siete degli analfabeti non solo in lingua italiana (ho dovuto correggere tutti i vostri commenti), ma proprio nella consapevolezza di cosa sia essere umani e membri di una comunità umana. Una volta che questa consapevolezza vi raggiunga, smettete di alimentare la violenza di genere con l’oggettificazione delle donne. Poi, potrete educare i vostri figli a non essere violenti, a rispettare le altre persone, ad essere consci che hanno diritti e doveri e responsabilità e limiti, non le vostre figlie a vivere da vittime predestinate. E se pensate che questo sia pericoloso perché cambierebbe l’uomo, sappiate che l’unica perdita in cui potete incorrere è la perdita della vostra crassa ignoranza. Maria G. Di Rienzo
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