L’insicurezza delle colf
Pubblichiamo il testo della mozione sulla “violenza di genere” che la consigliera aggiunta Tetyana Kuzyk presenta, a nome anche di altri consiglieri aggiunti, al Consiglio comunale di Roma nella seduta dedicata alla violenza di genere (29 gennaio 2009)Il lavoro dipendente in particolare come Colf o badante , comporta{{ rischi di violenze e di molestie sessuali}}. Violenze e molestie quasi sempre non denunciate per timore di perdere il posto di lavoro. Chi purtroppo si trova in questa condizione è doppiamente vittima: della violenza e del ricatto. L’insicurezza delle persone e soprattutto della fascia più debole come quella femminile accomuna donne italiane e donne straniere e soprattutto queste ultime hanno interesse a vivere in un clima di sicurezza in quanto sono soggetti maggiormente fragili ed esposti.
{{I racconti di noi donne migranti sono gli stessi di sempre di tutte le donne,}} con l’aggravante che in una situazione quotidiana di maggiori difficoltà, maggiore è l’aggressione e l’esercizio del potere da parte dell’uomo soprattutto in ambito familiare. Se lo stupro e l’aggressione esterna sono facilmente utilizzabili per operazioni mediatiche, la violenza negli ambienti domestici oltre ad essere sottostimata è oggetto di scarso interesse in quanto non crea problemi a livello di ordine pubblico e non incide sulla percezione di sicurezza collettiva.
Per noi l’insicurezza è anche {{il prodotto del degrado}} in cui l’immigrazione, clandestina e regolare, è costretta ad operare. Noi donne immigrate proveniamo da Paesi in cui quasi sempre le pari opportunità non sono riconosciute anzi spesso sono violate; spesso siamo vittime di regole e consuetudini della tradizione che ci relegano in posizione di sudditanza all’interno delle nostre comunità. lo sforzo che facciamo è proprio mquello di lasciarci alle spalle la sottomissione, la violenza.
{{Noi donne immigrate}} vogliamo dialogare per chiedere sicurezza sul posto di lavoro ed in famiglia, vogliamo vivere in dignità senza essere apostrofate come prostitute, vogliamo non dover rischiare violenze fisiche e morali. Non è con generiche campagne denigratorie di intere nazionalità o la lotta alla prostituzione senza discrimine tra vittime e carnefici che si affronta il problema della sicurezza urbana, tutto ciò contribuisce solo a fare di noi, donne immigrate, bersaglio ideale di ogni violenza.
La donna immigrata non deve essere considerata al pari di un oggetto da sfruttare, occorre che i cittadini italiani ci considerino come soggetto {{portatrici di diritti,}} persone costrette a migrare per necessità economiche e con una disperata voglia di integrarsi e di partecipare alla vita sociale e civile della città. noi donne immigrate se riconosciute come soggetti vitali avremo il rispetto che al momento ci viene negato, ogni qualvolta veniamo considerate solo strumenti di piacere e di sottomissione. E’ ora che la comunicazione si interessi anche dei nostri drammi, che comportno sempre enormi sofferenze amplificate dalla lontananza dolorosa dai propri cari rimasti nei paesi d’origine, che con grande fatica cerchiamo di sostenere con il nostro lavoro.
Considerando che:
Soprattutto la scuola debba svolgere un ruolo essenziale promuovendo {{una cultura delle pari opportunità}}, che faccia del rispetto di genere e del rispetto di tutto ciò che è diverso l’epicentro dell’educazione dei nostri figli. Come strumento tecnico operativo pennsiamo alla creazione di un {{osservatorio contro la violenza sulle donne}} che attraverso iniziative di ascolto e di ricerca faccia emergere e combatta ogni forma di violenza fisica e psicologica che angustia la popolazione femminile.
Tutto ciò premesso e considerato il Consiglio Comunale
{{impegna il sindaco e gli assessori competenti}}
Costituire un {{Tavolo permanente anti-violenza sulle donne}} a livello centrale dove ci sia la presenza dei Consiglieri aggiunti, Commissione delle elette, Commissione della sicurezza, consulta, Associazione e Servizi sociali per individuare i modi territoriali per avvicinare alle donne le informazioni e punti di riferimento che in modo specifico possono aiutare le donne a risolvere le situazioni di violenza.
Roma 26.01.2009
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