L’IRC “DEVE” ESSERE COLLOCATO AL DI FUORI DELL’ORARIO SCOLASTICO OBBLIGATORIO -La Corte Costituzionale non ha mai parlato di “ora alternativa”, ma di “stato di non obbligo”
«Per farli scegliere da grandi, scegli l’ora alternativa». Con queste parole l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti ha iniziato una campagna su tutto il territorio nazionale.
Siamo alla consueta polemica, su uno dei pochi punti in cui non ci sentiamo in sintonia con l’U.A.A.R. L’ora alternativa è da contestare. Essa infatti rafforza sempre più la presenza dell’IRC nell’orario scolastico obbligatorio. È frutto di un marchingegno indegno costruito dalla ministra Franca Falcucci; accettato dal Vaticano e difeso dai prelati docenti di IRC…purché la disciplina “alternativa” non sia tale da farsi preferire all’IRC. (Esempi ne abbiamo avuto parecchi in anni recenti e meno recenti). Altri difensori di questo marchingegno sono i COBAS della Scuola che lo difendono in quanto garantirebbe uno stipendio annuale a un numero di precari inseriti in graduatoria ma ancora distanti dall’incarico annuale… La nostra battaglia (parlo a nome del CRIDES romano e di tante battaglie combattute col Comitato Nazionale Scuola e Costituzione), è sempre stata la collocazione dell’IRC al di fuori dell’orario scolastico obbligatorio. La nuova LIP (Legge di iniziativa popolare per la Scuola della Costituzione) sostiene questo punto in difesa della laicità della scuola. La campagna va combattuta in questa direzione. Non ci sono alternative a un insegnamento confessionale che deve aver luogo nelle sedi a ciò deputate. Unica protesta possibile in nome della laicità della scuola è la richiesta di uscita di chi non si avvale durante l’Irc, o la permanenza senza alternative (coatta per alunni minorenni privi di autorizzazione dei genitori) nell’edificio scolastico. La Repubblica italiana, laica e democratica dovrebbe intervenire per impedire che la difesa della laicità debba spingere nella scuola statale a simili scelte. La Corte Costituzionale non ha mai parlato di “ora alternativa”, ma di “stato di non obbligo” (sent.203/1989) per chi non sceglie la frequenza dell’IRC. Troppo poco per garantire la laicità della scuola. Genitori e studenti devono riprendere la mobilitazione in tal senso per riuscire ad ottenere (in presenza del vigente Concordato!) la collocazione dell’IRC al di fuori dell’orario scolastico obbligatorio.
L’insegnamento della religione cattolica in Italia (talvolta abbreviato IRC), comunemente chiamato ora di religione, è un’istituzione del concordato tra Stato italiano e Chiesa cattolica. Prevede che in tutte le scuole italiane siano riservate lezioni settimanali facoltative (un’ora e mezza per materna, due ore per primaria, un’ora per secondaria di primo grado e secondo grado) all’insegnamento della religione cattolica. La scelta di seguire tali lezioni viene comunicata all’inizio del ciclo di studi e può essere liberamente modificata prima dell’inizio dell’anno scolastico nei successivi al primo.
L’insegnamento delle religioni è presente in quasi tutti gli altri paesi europei (ad eccezione di Francia, Repubblica Ceca, Slovenia e Albania) con diverse modalità (obbligatorio o facoltativo), contenuti (religione cattolica, protestante, ortodossa), approcci (culturale, storico, etico).