La collezione di Matres Matutae conservata al Museo Provinciale Campano di Capua, in provincia di Caserta, è tra le più importanti collezioni mondiali.Nella mitologia romana. Mater Matuta era la dea del Mattino o dell’Aurora e quindi protettrice della nascita degli uomini e delle cose. Più tardi fu associata alla dea greca Ino o, appunto, Aurora.
Aveva un tempio nel Foro Boario, accanto al Porto fluviale di Roma, consacrato secondo la leggenda da Romolo, distrutto nel 506 a.C. e ricostruito nel 396 a.C. da Marco Furio Camillo, nell’odierna area di Sant’Omobono, realizzato, forse, all’epoca di Servio Tullio (secondo quarto del VI secolo a.C.). Un altro tempio dedicato alla dea era nella città di Satricum.
La sua festa (Matralia) veniva celebrata l’11 giugno, a questo culto erano ammesse solo le donne vergini o sposate una sola volta, il cui marito era ancora vivo, mentre le donne schiave ne erano severamente escluse. Per l’occasione venivano offerti alla dea cibi cotti in vasi di terra.

Rischia la chiusura lo storico Museo Campano di Capua, uno dei più importanti e antichi musei dell’Italia meridionale. Il motivo è presto detto: essendo il museo gestito dalla Provincia di Caserta, e dal momento che le recenti leggi hanno tolto poteri alle province, il Museo Campano s’è ritrovato improvvisamente privo di coperture finanziarie. Il rischio concreto è la chiusura del museo nonché il possibile smembramento della sua collezione, che corre il pericolo d’essere suddivisa tra altri istituti.

Museo povinciale di Capua

Il Museo Campano (trentadue sale) esiste dal 1869, anno in cui fu istituito con Decreto Reale per essere poi aperto al pubblico cinque anni dopo, nel 1874. Ospita una raccolta unica: oltre alla più grande collezione mondiale di Matres Matutae (antiche statuette votive tipiche della mitologia romana), accoglie il più grande lapidarium dell’Italia del sud (la raccolta di epigrafi è la maggiore della Campania dopo quella del Museo Archeologico Nazionale di Napoli), oggetti, vasi e terrecotte dell’epoca della Magna Grecia e delle civiltà italiche (per lo studio di queste ultime, il Museo Campano è uno dei più significativi d’Italia), medaglie e monete dall’antichità fino all’Unità d’Italia, sculture medievali e rinascimentali, nonché una pinacoteca con opere di scuola locale (ma c’è anche un Ecce homo di Bartolomeo Vivarini), e ancora una ricchissima biblioteca. Questo enorme patrimonio, a causa della riduzione del personale, è spesso celato agli occhi del pubblico perché i giorni di chiusura aumentano in modo quasi esponenziale.

Matres matutae al Museo di capua

Sono state messe in atto diverse iniziative per cercare di salvare il Museo Campano. Il 2 giugno, a Capua, è partita una catena umana per sensibilizzare i cittadini. L’associazione Capua Nova, assieme ad altri istituti del territorio, ha lanciato la campagna #AdottaUnaMadre, per proporre a personalità della cultura, del mondo accademico, dell’arte, dello spettacolo e dello sport l’impegno a promuovere la conoscenza delle Matres Matutae al fine di valorizzarle e adottarne simbolicamente una ciascuno. Alla campagna ha già aderito la Nazionale italiana di hockey femminile, che parteciperà alla prossima World League, a fine giugno, con una Mater Matuta e l’hashtag #AdottaUnaMadre impressi sulla maglia da gioco.

Il Ministero dei Beni Culturali ha in programma un vertice per decidere sul da farsi. Nel frattempo, personalità della cultura hanno lanciato due petizioni su Change.org, una indirizzata al sottosegretario ai beni culturali Cesaro e agli enti territoriali, e l’altra al ministro Franceschini e al governatore De Luca, per chiedere di dar vita a un adeguato progetto di rilancio e di valorizzazione. Riusciremo a salvare il Museo Campano? (questo articolo è stato pubblicato da Finestre sull’arte a metà giugno)