Un anno dopo la sua sospensione – illegale – dal parlamento, il parlamento afgano dovrebbe ri-accogliere Malalai Joya, ha dichiarato lo scorso 21 maggio lo Human Rights Watch.Il 21 maggio 2007, la camera bassa del parlamento afgano (Wolesi Jirga) ha approvato la sospensione dalla carica di parlamentare di Malalai Joya, una donna eletta nella provincia di Farah.
_ Malalai era accusata di vilipendio dell’istituzione parlamentare ed è
stata sospesa dalla carica fino al termine del mandato, nel 2009.

La sospensione di Malalai è avvenuta a seguito di un’intervista televisiva
in cui la parlamentare aveva paragonato il parlamento a un pollaio.
_ Malalai ha dichiarato allo Human Rights Watch che la sua osservazione era stata estrapolata dal contesto in cui era stata pronunciata. Ha spiegato di aver dichiarato che i parlamentari si dividevano in due categorie – quelli che lavorano per istaurare i principi della democrazia e quelli che li combattono, e che in tal modo sono meno utili alla popolazione afgana di animali in un pollaio.
_ Dopo l’intervista, Malalai ha ricevuto numerose minacce di morte sia per telefono che per lettera ed è obbligata a vivere nascosta, non ricevendo alcuna protezione né dal parlamento né dal governo.

“L’Afghanistan chiederà il mese prossimo miliardi di dollari di assistenza,
spacciandosi per una democrazia emergente”, ha dichiarato Brad Adams,
Direttore Asia presso lo Human Rights Watch.
“Se Malalai Joya continua a vedersi negare il diritto di libera espressione e a doversi spostare in continuazione a causa di minacce contro le quali il governo non fa nulla, non è questo un indicatore terribile della situazione dei diritti umani e della democrazia in Afghanistan?”

Malalai è una nota attivista in favore dei diritti dell’uomo, che ha
criticato pubblicamente i signori della guerra e i baroni della droga in
Afghanistan.
_ A 29 anni, è la parlamentare più giovane della camera bassa.
_ Nel 2003, hanno avuto risonanza internazionale i suoi discorsi pubblici
contro i signori della guerra eletti nell’assemblea costituente e
coinvolti nella stesura della costituzione afgana. Due anni dopo, è stata
la parlamentare eletta col maggior numero di preferenze nella provincia di Farah alle elezioni parlamentari afgane.

Dal 2003, Malalai riceve in continuazione minacce di morte. Deve cambiare domicilio ogni giorno per scongiurare un attentato. Nel 2007, è stata attaccata verbalmente e fisicamente durante le sessioni parlamentari.

Dopo la sua sospensione, ha continuato a criticare i signori della guerra,
incurante dei rischi per la sua incolumità. In aprile 2008, il Ministro
degli interni ha negato a Malalai il rilascio del passaporto e ha aggiunto
il suo nome all’elenco delle persone cui è vietato lasciare il paese.
Malalai ha fatto ricorso contro la sua sospensione, ma i tribunali non
hanno fatto nulla.

Malalai ha detto recentemente a Human Rights Watch: “Dopo la mia espulsione dal parlamento, la mia vita è diventata ancora più
a rischio e le minacce di morte si sono moltiplicate. Un parlamentare, il
giorno della votazione per la mia espulsione, ha detto davanti a tutti che
se non starò zitta sarò eliminata”.

“Invece di rifiutarle il passaporto e bollarla come una criminale, il
governo afgano dovrebbe chiedere al parlamento di restituirle il suo posto e dovrebbe arrestare coloro i quali la minacciano di morte”, ha dichiarato Adams. “Questa è l’occasione per il Presidente Hamid Karzai di mostrare ai “donors” che le donne hanno un ruolo nella politica afgana e nella ricostruzione del paese.”

{Traduzione di Manuela Algeri}