L’oscenità della gioia
Eppure può esistere un’oscenità della gioia: quando questa si sostituisce alla pietà. La sopprime. Leggere di morti e del tripudio per quelle morti, può lasciare sgomente. Additare la fine del figlio di Gheddafi e di alcuni suoi nipoti, e quella di Bin Laden come il trionfo del bene sul male è solo l’offerta di un pubblico sacrificio al popolo perché si sazi e taccia. La gioia è quella rara emozione che ci dà la pienezza dell’umano.
_ La gioia invade e pervade il corpo estendendolo, dilatandolo, potenziandolo.
_ Con la gioia usciamo dai nostri limiti: lievitiamo. La gravità non ha più presa
_ Gli occhi sprizzano, la pelle si colora, gambe e braccia si aprono, a volte si rizzano i peli.
È il momento del paradiso in terra: tocchiamo il cielo con un dito. Segna il momento del profondo contatto con noi stesse/i: siamo ciò che siamo, percepiamo ciò che siamo.
_ Eppure può esistere un’oscenità della gioia: quando questa si sostituisce alla pietà. La sopprime.
Leggere di morti e del tripudio per quelle morti, può lasciare sgomente.
Nella storia è accaduto che folle soggiogate per anni abbiano esultato per la caduta dei tiranni: era l’inizio della liberazione.
_ Ma l’invenzione pubblica, pubblicizzata, indotta da chi la morte la procura e la nasconde, o la svilisce perché la morte degli altri vale meno di quella dei “nostri”, è un oltraggio alle coscienze ed alle intelligenze che non può essere assecondato.
Il ricorso forsennato alle armi, la pretesa di dominio globale, l’arroganza di idee e valori assunti come assoluti, sono stati il bordone unico di questi ultimi decenni, sostituendo ormai una diplomazia inconsistente o addirittura scomparsa.
_ Perché se può essere vero che “la guerra non è nulla di più che un proseguimento della politica con altri mezzi” o anche che “la diplomazia è il proseguimento della guerra con altri mezzi”, è altresì vero che ormai la guerra è il proseguimento della guerra con mezzi sempre più feroci.
Additare la fine del figlio di Gheddafi e di alcuni suoi nipoti, e quella di Bin Laden come il trionfo del bene sul male è solo l’offerta di un pubblico sacrificio al popolo perché si sazi e taccia.
Noi abbiamo perso, stiamo perdendo e continueremo a perdere finché non riusciremo a fermare questa infinita strage di innocenti che le varie guerre disseminano nel mondo.
_ E finché non smetteremo di affidare i posti di comando e di responsabilità a coloro che innocenti non sono.
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