L’USO DELLE PAROLE GIUSTE
Un ulteriore passo avanti per ottenere l’uso di “parole giuste” quando si scrive e si parla di femminicidio: la costituzione di un Osservatorio permanente entro il Gruppo di lavoro Pari Opportunità dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti che metterà a disposizione un indirizzo mail sul quale far pervenire le vostre segnalazioni. Come sottolinea Gegia Celotti, che coordina il Gruppo, l’obiettivo è bandire dalle cronache tutte quelle espressioni fuorvianti che attenuano o addirittura giustificano la gravità del femminicidio quali “delitto passionale”, “raptus”, “pista sentimentale”, “gelosia”. Dopo l’importante risultato del decalogo condiviso con la Ifj (Federazione internazionale dei giornalisti) e votato dall’intero Consiglio nazionale, l’Ordine varerà dunque questo osservatorio con il mandato di monitorare i media, segnalando e denunciando ogni espressione impropria. Commenta Gegia Celotti: “Una misura più puntuale ed efficace di qualsiasi “carta” per contrastare interpretazioni e termini scorretti che di fatto ostacolano il superamento di una cultura ancora profondamente misogina”.
Ricordiamo infatti che anche Giulia, sin dal proprio manifesto fondativo, è contraria a qualsiasi “carta” per e sulle donne, quasi fossero persone d’un genere dai diritti e doveri differenti o ridotti. Invece lo strumento delle carte deontologiche è funzionale alla tutela di persone in intrinseche condizioni di minorità, per età (carta di Treviso per i minori) o in quanto migranti (Carta di Roma) o perché detenuti (carta di Milano).