Ma che ne sa un Cardinale della condizione femminile?
L’invito rivolto al Cardinale Sepe dalla presidente Lonardo, a partecipare ad una seduta del Consiglio Regionale della Campania “per discutere di politiche sociali riguardanti anche le donne”, ha il sapore di un vero affronto a chi da anni studia, denuncia le inadempienze e le mortificazioni subite dalle cittadine nella regione, parte di un paese tra i più arretrati non solo in Europa, ma anche rispetto ad alcuni paesi di più arretrata economia. La critica negativa che esprimiamo pubblicamente, come donne dell’UDI di Napoli, corrisponde al dissenso che raccogliamo nel contatto con le donne che firmano la nostra proposta di legge in attuazione dell’art. 51 della Costituzione “50e50 ovunque si decide”.
L’invito della Presidente, non solo ci appare {{inopportuno}}, ma ci pare un segno chiaro di {{desiderio di restaurazione}} di un sistema dove il ruolo sociale della Chiesa Cattolica si esprime soprattutto nel “disciplinare e moderare le donne.
_ Già è stato pubblicamente denunciato da autorevoli donne di scienza, che {{la morale religiosa tollera e favorisce maternità e matrimoni precoci,}} nei quartieri più disagiati della nostra città, dove, per disattenzione colpevole della politica, spesso l’intervento sociale è interamente devoluto alle parrocchie.
Spose e madri bambine, in analogia al mondo arabo tanto demonizzato, subiscono danni fisici e svantaggi esistenziali, e spesso nel “{{matrimonio riparatore}}” incontrano o proseguono un percorso dove molestie e violenze sono “evento possibile e previsto”.
La {{Campania è una delle regioni dove le donne vivono peggio}}, ed è sicuramente la regione che si caratterizza per non avere {{nessuna donna eletta nel Consiglio del Capoluogo}}. Effetto di una legge che trasforma le elezioni nel nostro paese in un sistema di investiture dirette da parte di chi già detiene il potere politico.
_ L’arretratezza della nostra regione coincide con il {{pieno controllo maschile sulla politica.}} Non abbiamo dubbi nell’affermare che anche le poche in posizione dirigente potranno liberare le proprie scelte dal discredito e dalla moderazione dello strapotere patriarcale in politica, attraverso il buon fine della nostra proposta di legge “50e50”.
Intanto invitiamo la Presidente Lonardo a rivedere per tempo il senso e la qualità dell’invito rivolto al {{Cardinale, che non ha titolo né competenze per la discussione circa quella condizione femminile}}, sulla quale il potere millenario delle religioni ha avuto un ruolo determinante.
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