MANCHESTER BY THE SEA “Il dolore che non parla sussurra al cuore oppresso e gli dice di spezzarsi” (Shakespeare, Macbeth)
Manchester by the sea, il terzo film di Kenneth Lonergan -regista pluripremiato, drammaturgo, attore, sceneggiatore, nominato per il premio Pulitzer (2001)- è uno dei film più intensi presentati alla Festa del Cinema di Roma.
Il film racconta la storia di Lee Chandler, un idraulico al servizio di un condominio. Lo vediamo nel suo mondo ordinario mentre sbriga il lavoro e dopo, al bar, sbronzo di birra e solitudine. Ogni pretesto è buono per menare pugni e prendersela con il mondo ma riceve una telefonata: il fratello è morto. Lee deve abbandonare Boston e la sua vita-non vita per tornare a Manchester-by-the Sea, il luogo da cui è fuggito e dove il fratello morto gli ha lasciato in ‘eredità’ Patrick, il figlio sedicenne, insieme ai soldi, alla casa e a un peschereccio da gestire fino alla maggiore età del ragazzo.
In questo presente ‘straordinario’ complicato dalla convivenza turbolenta ma vitale di zio e nipote, piomba su Lee tutto il passato con l’abisso di dolore in cui è annegata la sua vita dopo che un incendio ha bruciato la casa e i suoi figli.
Intorno al personaggio di Lee interpretato magistralmente da Casey Affleck, il regista Kenneth Lonergan ri-costruisce la storia dei Chandler e il mondo di Manchester-by-the Sea, un luogo di affetti nonostante tutto, di vecchi amori andati in fumo e nuovi amori, di fratelli, di amici solidali abituati ad andare per mare e bere birra per divertirsi, di donne ‘istintive’ come Randi, l’ex moglie di Lee che riesce a fare prevalere la vita nonostante la perdita incolmabile dei figli.
Con un sapiente lavoro di cucitura tra presente e passato il regista scrive una storia di personaggi ‘veri’, triste e ironica allo stesso tempo.
Il puzzle si compone rapidamente con annotazioni sempre più ‘brucianti’ come le scotte in tensione di una barca mentre il regista scava nel passato di Lee e giustifica il suo essere un uomo ammutolito dal dolore. Lee non ce la fa proprio a elaborare il lutto e attenuare il senso di colpa. Cerca inutilmente una punizione meno mortifera di quella che la sua coscienza gli infligge come quando si presenta alla polizia e si proclama colpevole di non aver messo il parascintille davanti al camino e soprattutto di non essere bruciato nella casa insieme ai figli perché in giro semiubriaco nella notte a cercare altra birra.
Anche il giovane Patrick come Lee evita il dolore per la morte del padre vedendo gli amici di sempre, scherzando e facendo sesso con le ragazze. Salvo avere un attacco di panico davanti a dei surgelati caduti dal freezer che gli ricordano all’improvviso il padre congelato in un altro ‘freezer’, in attesa di essere seppellito.
Il mare che accompagna tutto il film è quello davanti a Manchester-by-the-Sea ma anche lo specchio profondo di Lee e della vita di ciascuno. Il regista lo mostra prima calmo e pescoso, quindi agitato e infine nuovamente tranquillo quando il senso di colpa e i lutti cedono il passo a una consapevolezza più mite che permette di dare voce al dolore.
Manchester by the sea arriverà nelle sale italiane a dicembre 2016.
Il film, prodotto tra gli altri da Matt Damon e interpretato magistralmente da Casey Affleck, Michelle Williams, Lucas Hedges, Kyle Chandler, Gretchen Mol è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival, riscuotendo consensi di pubblico e critica anche per la bellissima fotografia e per le musiche.