Manifestiamo la nostra autonomia
Manifestiamo la nostra autonomia:
{{1.}} perché il rapporto di Berlusconi con le donne non sia ridotto a questione ‘privata’ o considerato politico solo in quanto riferito a un’alta carica istituzionale;
{{2. }} perché non si tratta di chiedere amicizia agli uomini, ma di pretendere che mettano in discussione i valori su cui hanno costruito la loro sessualità. “Valori” come dominio, potere, sopraffazione che stanno alla base di diseguaglianze e discriminazioni;
{{3. }} perché non si mettano sotto l’etichetta della moralità-immoralità comportamenti, scelte sessuali, che parlano invece del rapporto di potere tra uomini e donne, dell’immaginario e del desiderio sessuale maschile, dell’identificazione della donna col corpo erotico e riproduttivo;
{{4.}} perché guardiamo con sospetto il fatto che ci si ricordi delle donne e del femminismo solo quando servono a una causa della politica maschile, mentre si evita accuratamente di mettere a tema il rapporto uomo-donna;
{{5. }} perché pensiamo che non siano solo Berlusconi e le sue televisioni ad offendere la dignità delle donne, ma lo sfruttamento e la violenza che ancora subiscono nelle case, la marginalità e le discriminazioni nei posti di lavoro, l’assenza dai ruoli decisionali, la messa sotto silenzio della cultura politica prodotta dal femminismo nel nostro paese;
{{6.}} perché vogliamo non solo le ‘dimissioni’ di Berlusconi, ma anche quelle del potere e della cultura maschile di cui è prototipo in massimo grado;
{{7.}} perché consideriamo il ‘femminile’, nel suo duplice aspetto di ‘seduzione’ e di ‘cura’ (o salvezza), come una creazione maschile, e non vogliamo più essere divise tra decorose e indecorose;
{{8. }} perché pretendiamo di esistere come donne al di fuori della rappresentazione e della rappresentanza maschile;
{{9.}} perché le differenze tra le donne siano occasione di confronto e crescita comune di un soggetto politico che pretende AUTONOMIA, DIGNITA’ e PAROLA nello spazio pubblico;
{{10. }} perché d’ora in poi si continui a tenere vivo il dibattito che si è aperto tra le donne, le loro associazioni, tra donne e uomini.
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