MANTOVA – al cinema del Carbone il 14 settembre 2018 verrà presentato l’ultimo libro di Laura Coghi “Innamorarsi del Possibile”
Il volume “Innamorarsi del Possibile” di laura Cighi nasce da riflessioni che l’autrice fa partire dalla sua partecipazione al convegno Prendersi cura di sé per prendersi cura degli altri che si è svolto a fine settembre 2009. Una autobiografia del senso di sé, dell’anima… dove compaiono molte poesie sotto forma di appunti, di memorie, di strumenti professionali.
L’intento peculiare del Servizio Sociale può essere definito – scrive l’autrice – come uno stare accanto alla persona in condizioni fragili, precarie o dolorose, per comprenderla e soprattutto per attivare un cambiamento significativo. Quando si instaura una relazione d’aiuto autentica, avviene un incontro a più voci ed emergono storie pulsanti, spesso complicate, che meritano di essere narrate proprio perché portano a costruire conoscenza, cogliendo aspetti imprevisti ma fondamentali. Perché ciò accada occorre cambiare lo sguardo, relativizzando il modo di pensare basato esclusivamente sul rapporto causa – effetto per accedere ad un linguaggio nuovo che permett a di capire ed essere capiti, agendo “con il Cuore” e non solo con la testa. (vedi il contributo della filosofa Luigina Mortari in ”La sapienza del Cuore”). Uno dei linguaggi che partono dalla ricchezza e dalla forza del Cuore è rappresentato dall’espressione poetica, quella che riesce a cogliere la Bellezza anche laddove sembra esistere solo tragedia, quella che ridisegna la rappresentazione della realtà attraverso simboli ed immagini, e così facendo supera la dicotomia tra giusto/ingiusto e quegli aspetti conflittuali ad essa conseguenti, intraprendendo solo la Via del Possibile. ( A questo proposito è significativa, anche per l’attività di gruppo, l’opera di Jerome Liss:”Per una comunicazione ecologica”).
I principi deontologici del Servizio Sociale non vengono smarriti ma semmai vivificati dalla valorizzazione della dimensione empatica dell’incontro e del rispecchiamento. Si affaccia sulla scena anche l’element o della spiritualità , arricchito dall’esperienza di confronto con differenti tradizioni religiose attraverso la conoscenza di persone straniere provenienti da aree mussulmane, animiste o sikk. Inoltre, fondamentali sono stati per l’Autrice voci autorevoli in ambito cristiano (come Enzo Bianchi e Alex Zanotelli) e buddista (Thich Nhat Hanh).
Il prendersi cura degli altri trova origine nel prendersi cura di sé, come ha insegnato il pensiero della differenza, sorto all’interno del movimento femminista. ( Vedi Quaderni di via Dogana”L’oro delle vicine di casa”). Tuttavia, quando ci si prende cura degli altri, occorre aver preso consapevolezza di quale era il proprio posto nella famiglia e qui si affaccia il percorso formativo delle Costellazioni familiari, intrapreso dall’Autrice con il Dr. Marco Massignan del Centro Nemeton, autore di “ Costellazioni rituali ” , “Guarire i traumi”,” Sciamanesimo consapevole” .
L’Autrice ha finora pubblicato sillogi poetiche ( “ L’Amore come metodo ” , “ Alberi d’Uomo ” , “ La dolce amazzone giapponese ed il giardiniere della piccola bellezza ” ) nelle quali spesso trasferisce c oncetti ed esperienze tratte dalla quotidianità professionale. Inoltre, utilizza la poesia come pratica professionale sia nell’incontro individuale che di gruppo, confortata in tale direzione dai contributi di Donatella Bisutti ( “ La poesia è un orecchio ” , “ L’albero delle parole ” ) e di Chandra Candiani (con la sua attività con i bambini nelle scuole delle periferie milanesi ).
Non da ultimo, anche l’apporto della poesia come maestra di vita suggerito da Leopardi , nella versione rivitalizzata per gli adolesce nti da Alessandro D’Avenia con “ L’arte di essere fragili”. Infine , la maestosità e l’ironia del teatro shakespeariano colto da Nadia Fusini in “Vivere nella tempesta”, utilizzato come spunto a varie attività di gruppo secondo le finalità della resilienza.
Nell’introduzione al libro si legge:
Se innamorarsi è un’esperienza totale che coinvolge corpo, mente e cuore, la questione del Possibile porta alla definizione del limite, di ciò che è fattibile, realizzabile. Qui viene affermato il principio della realtà ma, al tempo stesso, la sua sovversione. La via visionaria si fa strada attraverso la pratica della poesia. Si affacciano così i mondi sottili dell’intuizione e della spiritualità. Registri narrativi solitamente in antitesi trovano qui un terreno comune: diario, autobiografia, manuale, poesia. La partenza del testo avviene attraverso alcune poesie che tracciano il percorso di ricerca esistenziale che fa da sfondo all’approfondimento della relazione d’aiuto.
Il libro prosegue evidenziando l’utilizzo delle liriche come strumento operativo in ambito professionale sia nei confronti delle singole persone che nell’ambito di gruppo (corsi di accompagnamento alla nascita, attività di prevenzione della violenza di genere, gruppi che praticano la resilienza). Il filo conduttore è un’incessante ricerca della propria autenticità e la celebrazione della bellezza dell’incontro, dove l’altro permette un rispecchiamento delle parti conosciute e meno conosciute di sè. Accade così che gli aspetti metodologici vengano alleggeriti dalla soggettività ed i versi poetici escano dal recinto aulico della difficile comprensione.
In questi ambiti di impegno civile e di denuncia sociale, lo sguardo poetico funge da catalizzatore emotivo. Prendersi cura di sé per prendersi cura degli altri Un convegno a fine settembre 2009 ha cambiato radicalmente il rapporto tra il fluire della mia esistenza e l’approccio alla professione che svolgo dal 1984, quella di assistente sociale. Questo convegno aveva per titolo: “Prendersi cura di sé per prendersi cura degli altri”, organizzato dal Centro Studi Hansel e Gretel di Torino. In tre giorni, noi partecipanti abbiamo attraversato i territori della meditazione, della pedagogia ludica e delle varie forme di espressione artistica, dal teatro alla poesia. Io ho ritrovato la poesia. Poesia che avevo sepolto per molti anni. E ho ripreso a scrivere, a esercitare la parola come bellezza. La scrittura mi ha aiutato molto a prendere consapevolezza dell’importanza delle emozioni sia sul versante personale che su quello professionale. Emozioni come conoscenza di sé e come ponte verso l’altro.
Da quel momento- ho fatto della poesia uno strumento capace di ampliare l’empatia nelle relazioni, qualunque fosse il contesto. Il titolo “Innamorarsi del Possibile” ha a che fare con la passione e la fiducia nella possibilità di instaurare relazioni coinvolgenti e significative, al di là dei condizionamenti sociali e di ruolo. Il termine griot richiama la figura del cantastorie, diffusa nelle zone dell’Africa occidentale, dove il poeta ha una funzione sociale, di portavoce dell’intera comunità, ovvero la mia aspirazione. Ecco perché in questa autobiografia compaiono molte poesie sotto forma di appunti, di memorie, di strumenti professionali.
Infine -scrive Laura Coghi – utilizzo l’espressione inglese di social worker in quanto le esperienze qui raccontate, che vanno dal 1980 al 2017, con un breve tuffo all’indietro nel 1973, seguono un filo che corre dentro e fuori dalle istituzioni, nell’ambito delle associazioni di volontariato o nella corrente d el movimento ecologista e pacifista.
Il testo ripercorre le mie tappe professionali presso i vari servizi: Consultorio di Noventa Vicentina (1984/1985) Servizio Psichiatrico 6 territoriale di Suzzara (1986), Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Cas tiglione delle Stiviere (1987) Consultorio Familiare di Suzzara (1987 – 2017) . Oltre al racconto di alcuni aneddoti, nei vari paragrafi metto in evidenza alcuni aspetti: il rapporto con le donne utenti del Consultorio, con particolare riguardo alle strani ere e alle future madri il ciclo di incontri con le donne al Consultorio di Asola sulla prevenzione alla violenza di genere l’attività con i Rom nel Comune di Moglia dal 2003 ad oggi I vari interventi effettuati nell’estate 2012 in concomitanza con gli ev enti sismici, sempre a Moglia. La narrazione dell’attività del gruppo con finalità di resilienza “Viaggiare nella tempesta” che ha portato allo spettacolo del 7.06.2017.
In parallelo, racconto in breve le esperienze extra professionali quali: l’intervento di volontariato durante il terremoto dell’Irpinia (dicembre 1980), la partecipazione al campo naturista della rivista AAM Terra Nuova a Caprarola (VT) nel giugno 1981, l’ospitalità presso Cà Morosini di Paride Allegri nell’agosto 1981, la mobilitazione pac ifista all’IMAC di Comiso nell’estate 1983, la presenza come intervistatrice nella ricerca sull’immigrazione con il Centro Etnografico provinciale nel 1991, i viaggi nell’ex Yugoslavia con il Coordinamento per la pace di Mantova tra il ’91 e il ’93, la mar atona artistica nel novembre 2013 presso la mensa occupata della Cartiera Burgo, la serata a sostegno di Emergency nel febbraio 2017, la partecipazione ad alcuni laboratori durante la Biennale della Prossimità presso l’Urban Center di Bologna nel giugno 2017, il campo settimanale di Estateliberi a Crotone con l’Asso ciazione Libera nel luglio 2017 e quello presso il Giardino della Memoria di San Giuseppe Jato nel 2018