Mapping Diversity: una piattaforma che mappa le strade europee puntando a evidenziare le categorie sottorappresentate e a favorire la rappresentanza delle donne nella toponomastica urbana.
Da dove passa il rispetto della diversità di genere? Anche dalle strade, è il caso di dire. Ma proprio dalla toponomastica stradale si desume tutto lo squilibrio di potere, anche simbolico come in questo caso, tra i generi.
Lo rivela un’inchiesta condotta dall’European Data Journalism Network nell’ambito del progetto Mapping Diversity, coordinato da OBC Transeurope e pubblicato per la prima volta nel marzo 2023. Si tratta di una piattaforma che mappa le strade europee puntando a evidenziare le categorie sottorappresentate e a favorire la rappresentanza delle donne nella toponomastica urbana.
Secondo l’inchiesta, in trenta tra le più grandi città europee di 17 paesi aderenti alla Ue o candidati all’adesione, le strade intitolate a donne rappresentano solo il 9 per cento del totale. Un numero risibile che sta iniziando ad aumentare negli ultimi anni, sebbene ancora troppo lentamente, tanto che è stato calcolato che a questo ritmo occorrerebbero secoli per colmare la diversità di genere nella toponomastica europea.
![](https://www.womenews.net/wp-content/uploads/2023/03/mapping-diversity-sito-1024x322.jpg)
Neanche le città italiane si distinguono in senso positivo. Anzi, anche dalle nostre parti pesa la forte disparità e la percentuale di strade dedicate a donne è davvero esigua: si va dal 8,2% di Genova passando dal 8,1 di Palermo e il 7,1% di Roma e quindi al 5,4 di Torino per finire al 5,1 di Milano.
Inoltre l’inchiesta rileva che solo 3.500 donne hanno ricevuto l’intitolazione di strade delle 30 principali città europee: i riferimenti femminili più comuni sono la Vergine Maria e Sant’Anna. Mentre sono sei le donne che compaiono tra i 100 personaggi più popolari nei nomi delle strade, di questi Marie Curie è l’unica figura femminile laica recente.
La maggior parte delle donne presenti nella toponomastica appartengono al campo culturale o scientifico, o sono scrittrici e artiste. Non mancano nobildonne e figure politiche che sono presenti più o meno omogeneamente in tutta Europa. L’inchiesta ha inoltre rilevato differenze di genere nei campi di attività delle 100 donne e degli uomini più popolari nei nomi delle strade. Ad esempio, 12 donne sono state commemorate principalmente perché consorti di un sovrano, mentre le donne coinvolte nella musica e nel cinema erano quasi esclusivamente cantanti e attrici.
Insomma, l’uguaglianza e il superamento del divario di genere non passerà certo solo dalla toponomastica; ma si può concludere che il modo migliore per sancire il superamento della plurisecolare società patriarcale sia esattamente quella di iniziare a cambiare il simbolico e i suoi elementi costituivi, di cui le strade rappresentano, nella cultura europea, un non irrilevante elemento costitutivo dello spazio pubblico.