Mariem è libera: la gioia e la ragione
Da Coordinamento nazionale dell’UDI (Unione donne in Italia), Donne in nero di Napoli, Assemblea delle donne per la restituzione.
Mariem Cheikh era rinchiusa, senza processo, nelle carceri di Nouakchott in Mauritania per aver pacificamente protestato contro gli arresti arbitrari dei militanti antischiavisti. La rete delle donne ha fatto la sua parte per liberare almeno lei.
Mariem Cheikh è uscita oggi dal carcere Nouakchott, Mauritania: la pressione decisa e costante, esercitata da donne e uomini di una rete diffusa, ha ottenuto questo meraviglioso risultato.
Ci ha dato gioia e ci ha inorgoglite una liberazione che però non sa ancora di libertà. La schiavitù, quella contro cui lotta Mariem in Mauritania, non è mai finita nel suo paese e nel mondo, in tutto il mondo: anche la parola sembra uscita dal vocabolario. Cancellando la parola, gli Stati si sentono liberi, loro sì, di trattare e commerciare, di importare umanità e merci ponendole sullo stesso piano.
Le ragioni degli Stati hanno deciso che non si deve parlare della schiavitù, perfino non si deve parlare della liberazione di Mariem, avvenuta forse per evitare che le voci ostinate e contrarie si facessero troppo alte.
Da parte nostra sappiamo di non poterci confinare nella grandissima gioia per la liberazione di questa nostra compagna di strada: la gioia avrebbe sapore amaro se ora ci fermassimo. E non possiamo fermarci.
Coordinamento nazionale dell’UDI (Unione donne in Italia), Donne in nero di Napoli, Assemblea delle donne per la restituzione
12 marzo ’15
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