Matriarche’, il principio materno per una societa’ egualitaria e solidale
Matriarche’, il principio materno per una societa’ egualitaria e solidale, a cura di Francesca Colombini e Monica di Bernardo, vanta il prestigioso contributo di Vandana Shiva, celebre attivista e ambientalista, premiata con il Right Livelihood Award (Premio Nobel alternativo, 1993). Per difendere la Madre Terra nella sua biodiversit e promuovere la pace sul pianeta, {{Vandana Shiva}} ha avviato il progetto Navdanya per mettere in salvo il patrimonio naturale dei semi e assicurare la loro libera circolazione, condivisione e scambio. Nel suo intervento su {Le donne a difesa dei diritti della madre terra}, esprime la certezza che tutte le societ matriarcali si basino sul divino femminile e che in questo momento storico, per attuare societ piu’ pacifiche e pi eque, per fermare la violenza sulle donne e la devastazione della natura c’ assolutamente bisogno di mettere il sacro femminile al centro della visione della natura e della societa’. La scelta cui {{Vandana Shiva }} chiama le genti della Terra, tra vivere senza vedere la devastazione che ci circonda oppure decidere di essere vivi e cooperare per creare una forma di economia alternativa, saccompagna alla difesa dei diritti delle donne, poich una societ che intende proteggere la Terra come fosse una madre vivente dar inevitabilmente dignita’ e centralita’ alle donne apportando un cambiamento di visione delleconomia e dei processi decisionali.
Inizia cos, con uno sguardo planetario, il discorso delle due giovani curatrici nel loro {{giro antologico del mondo}}, dalle origini del tempo, alla ricerca di teorie e pratiche, da divulgare, a sostegno del principio materno per una societ egualitaria e solidale.
Chiunque voglia farsi unidea e/o approfondirla del dibattito e della sperimentazione in atto sui temi cari a Vandana Shiva e alla nutrita schiera di intellettualit e passionalit politiche femminili e maschili, coinvolte in {Matriarche’} e accomunate dallidea che la saggezza delle donne basata sulla compassione, sul riconoscimento che l’amore pi ricco dell’odio e la generosita’ piu’ ricca dell’accumulare ricchezze (V. S.), trovera’ nel libro {{una guida per un viaggio simbolico, linguistico, filosofico, antropologico, economico, mitologico, e molto altro ancora}}, intorno ai matriarcati antichi e moderni.
Nel girovagare nel tempo e nei continenti guidate dai paradigmi difesa della Terra/difesa delle donne e ricerca dellidentita’ femminile/principio divino femminile, le curatrici hanno accumulato un enorme materiale (es. larcheomitologia di {{Luciana Percovich}}; la ricerca delle antenate di {{Maria G. Di Rienzo}}; la de-costruzione dello stereotipo di {{Lorella Zanardo;}} le societa’ alpine di {{Mic}}{{hela Zucca}}), accuratamente selezionato e catalogato, e rintracciato i punti di contatto dei vari percorsi e contributi, dando voce a esperienze di ogni tipo e ogni ordine d grandezza.
Il gesto umile di inserire un commento, a corpo piu’ piccolo, a fronte di ciascuno dei cinque capitoli (una nuova consapevolezza; immaginare un nuovo paradigma: visioni e strumenti; matrifocalita’; attivismo e buone pratiche; cambiamento dell’immaginario), dice il senso con cui le curatrici hanno affrontato gli anni della ricerca, a fronte del tentativo audace di rendere conto del prisma interdisciplinare che guarda al futuro del nostro pianeta e al ruolo delle donne su di esso.
Attivismo, aspettative e speranze traspaiono dal titolo, {Matriarche’}: neologismo della filosofa tedesca {{Heide Goettner-Abendroth}}, direttora dellInternational Academy Hagia (Winzer, Germania) che ha definito il termine matriarcato non come sopraffazione del femminile sul maschile, ma come matri/arche’, cioe’ {{all’origine dalle madri}}, teorizzando conseguentemente una societa’ fondata sulla collaborazione e l’equilibrio tra i generi.
{{Francesca Colombini}}, nello spiegare l’inizio del percorso di Matriarche’, poi condiviso con {{Monica Di Bernardo}} e {{Aldo Silvestri}}, ha sottolineato che la scintilla, l’opportunita’ di crescita e di cambiamento, maturata ascoltando gli interventi di {{Heide Goettner-Abendroth }} e {{Genevieve Vaughan}} nel convegno sugli studi piu’ recenti sulle societa’ matriarcali svoltosi, nel 2009, nella Casa internazionale delle donne. Nello stupore quasi generale, le due relatrici raccontarono l’esperienza delle odierne {{societa’ matrifocali}} strutturate, in varie parti del mondo, sul principio della centralita’ della madre e che stanno sperimentando un modello di organizzazione sociale, economica e culturale ispirato al rispetto per la Madre Terra, Madre fisica e spirituale.
Principio da cui origina il senso forte della collettivita’, dell’uguaglianza e della pace.
Impostazione, con variabili, riscontrabile in molti contributi del libro, tra i quali {L’economia del dono}({{Genevieve Vaughan); }} {Le societa’ della partnerschip {} ({{R}}{{ia}ne }} {{Eisler}}); {Matriarcati ed economia di sussistenza } ({{Veronika Bennholdt-Thomsen}}); {Vivere in una societa’ matriarcale} ({{Angela Dolmetsch}}); {l’empowerment} ({{Monica Lanfranco}}).
Ampio spazio dato anche ai contributi maschili: es. {Modello mutuale e studio delle culture } ({{Stefano Mercanti}}); {Autocoscienza al maschile } ({{Beppe Pavan}}), {Conflitto e consenso } ({{Roberto Tecchio}}).
Interessante novita’ del libro sono i Laboratori, descritti da {{Daniela Degan }} {(Il gioco una cosa seria}), con accurata esposizione di una nuova metodica; raro esempio in cui in un libro offra anche l’esempio pratico delle teorie descritte.
Ulteriore arricchimento la bella raccolta dei disegni della giovane artista {{Angela Caso }} ({La forma della Dea}) sui temi intimi e profondi come quelli della Dea, della madre, del dono e al tempo stesso della morte intesa come rinnovamento e inizio di un nuovo ciclo, alla ricerca delle radici primordiali.
Un lavoro importante sul piano della ricerca e della divulgazione. Un libro da non perdere.
{Matriarche’ } (ExΩrma, 2013), s’accompagna a un documentario (gratuitamente fruibile su www.exormaedizioni.com), che alle interviste e alle testimonianze unisce performance visuali, corporee e sonore.
Lascia un commento