MEDITERRANEA – Un progetto dell’Udi di Catania curato da Carla Pecis
MAROCCO “Tuo marito ti fa un occhio nero? Noi ti insegniamo come camuffare i lividi col maquillage”
Il 23 novembre il secondo canale della televisione marocchina 2M, nel corso della trasmissione “Sabahyate” ha presentato un tutorial nel quale un’estetista insegnava alle donne picchiate come coprire col trucco le tracce delle violenza sul viso.
La marea di proteste è stata fulminea e molto indignata, ha investito l’emittente costretta a scusarsi “immediatamente”, prima con un comunicato , poi con formali scuse espresse dalla presentatrice del programma : “è stato un errore di valutazione, ci scusiamo e chiediamo indulgenza e comprensione, prenderemo provvedimenti contro i responsabili, si tratta di un intervento contrario alla linea editoriale della nostra emittente che da sempre combatte la violenza contro le donne”.
La reazione è stato enorme: migliaia di donne, soprattutto giovani hanno visto le immagini che mostravano in diretta come coprire con colori appropriati (“usate un correttivo verde, poi uno arancione e coprire il tutto con un fondo tinta opaco, attenzione a non premere troppo,
potrebbe farti male! Ci auguriamo che la nostra proposta di maquillage ti sia utile per continuare a vivere e a lavorare.”
Malgrado le scuse dell’emittente, sono continuate le critiche pesantissime delle donne e delle associazioni che hanno sottolineato come questa vicenda dimostra che “nel Paese si ammette e si banalizza la violenza contro le donne, nonostante mille dichiarazioni di chi vuole combatterla”.
EGITTO Inasprite le pene per chi pratica le mutilazioni genitali femminili i numeri restano drammatici in Africa e Medio Oriente
E’ entrata in vigore in Egitto la legge che porta fino a 15 anni di reclusione la pena per persone colpevoli di interventi di mutilazioni genitali femminili.
La pratica continua ad essere esercitata nel Paese nonostante sia vietata dalla legge. Funzionari del Ministero della Sanità vigileranno su ospedali e cliniche private per assicurare il rispetto della legge che è stata emendata con l’introduzione delle pene più severe il 29 novembre.
In Egitto l’asportazione parziale o totale degli organi genitali femminili viene considerata una “tradizione” che si fa risalire all’epoca faraonica (?) e intende “purificare” le donne allontanandole dalle “tentazioni sessuali”.
Fino al 2008 la pena per chi praticava l’escissione era da tre mesi a 2 anni di carcere, ma è rimasta largamente inapplicata. Il testo della nuova legge, oltre ad inasprire le pene, prevede anche una pena di tre anni di carcere per chi obbliga la figlia o una donna della famiglia a questa pratica, con chiaro riferimento alle responsabilità interne alla famiglia.
L’Organizzazione Mondiale della Salute OMS ha stimato che 125 milioni di donne sono le vittime, in 29 paesi africani e mediorientali. Prevede anche che 30 milioni di altre bambine sono in pericolo nei prossimi anni.
TUNISIA Un impegno delle donne tunisine e delle loro organizzazioni.
Alla fine di novembre ha preso l’avvio in TUNISIA una campagna nazionale di sensibilizzazione contro la violenza verso le donne. E’ sostenuta dalle Nazioni Unite e portata avanti dall’Unione Nazionale delle Donne Tunisine UNFT.
Prevede iniziative in tutto il Paese a difesa delle donne vittime di violenza e con appuntamenti dedicati si rivolge a insegnanti, studenti, funzionari pubblici, agenti nelle carceri femminili, giuriste.
Fino al 10 dicembre i media propongono spot e cortometraggi che sostengono la necessità di contrastare ogni forma di molestia sessuale.
A marzo di quest’anno l’Associazione Donne Tunisine per lo Sviluppo ha aperto una casa protetta, un centro che ospita donne vittime di violenza con i loro bambini : uno spazio di sicurezza, dotato di servizi che aiutano a ricostruirsi una nuova vita.
In ottobre l’associazione Beity (La mia casa) ha inaugurato un centro di accoglienza per donne che non possono permettersi una casa.