Metti un sabato sotto carnevale a Vicenza
In una società fondata sulla legge della domanda e dell’offerta, a
prescindere da quale sia l’oggetto richiesto dal popolo, l’appello
schizofrenico che viene dalla stampa è rivolto a quelli che andranno a
Vicenza: chiedono tutti di essere pacifici, che si manifesti
pacificamente, che si faccia attenzione ai non pacifici…Già ampiamente annunciata la risposta dello stesso governo, una cui parte di elettorato sarà a Vicenza, ribadisce con forza autorevole che non si torna indietro sulla faccenda Vicenza, è chiusa. Anzi avvalora la sua
decisione con la denuncia della nuova ondata brigatista.
Allora mi chiedo cosa andiamo a fare a Vicenza, se le premesse sono ore
di disagi su treni e pullman, tensioni in loco e fuori loco, esborso di
energie altrimenti spese in una giornata di sabato perdipiù
carnevalesca… {{la parola pace torna come un boomerang, a dire guerra}}.
{{Una base è già un mostro sul nostro territorio}}, è già una maschera
carnevalesca, adagiata dentro e fuori le mura, si chiede ancora di più:
l’ampliamento, come dire che i carri allegorici devono sfilare sempre
lungo le consolari e le nostre statali, in ogni stagione.
{{Non è a chi si recherà a Vicenza che deve essere fatta la richiesta.
Non è ai cittadini di Vicenza che devono essere essere fatti appelli}}.
Si chiede a destra e a sinistra l’ampliamento della guerra, mascherata
alle bisogna, da profitto, sviluppo commerciale, lavoro per molti,
riconoscenza al liberatore, andate e ritorni su luoghi di guerra a
pacificare, umanamente come siamo capaci di fare noi italiani, generosi
nel dare e nel prendere.
Quasi certamente la maggior parte dei manifestanti di sabato ha votato a
sinistra e oggi con questa protesta contraddice la sua fiducia ed il
suo voto. Ma a quanto pare per la legge della convenienza e
dell’opportunismo politico, si definisce tutto il manifestante popolo
“no
global”, maschera da pacifista e con animo terrorista-brigatista.
Sembra impossibile che una parte di cittadini italiani decidano, in un
sabato di Carnevale, di salire su un carro che non vince nessun premio,
anzi pagano un vergognoso linciaggio di parole ed azioni, dove la
maggioranza e l’opposizione governativa orchestrano questo leit-motiv,
già visto. Loro sì, indossano una maschera tragica che non fa presagire
niente di buono.
Sembra “impossibile” che una parte di cittadini italiani, che andranno
a Vicenza o seguiranno con il cuore la manifestazione, rendano
“possibile” manifestare il loro pensiero tra tanta carnevalesca
oppressione.
Una volta, un bel po’ di tempo fà, le feste di Carnevale erano legate ad
antichi riti legati al rapporto tra uomo e terra, nel periodo in cui i
lavori della terra subivano un arresto e la vita sociale si
intensificava.
La maschera autorizzava ad allontanare gli spiriti maligni e l’uomo
con il volto coperto , non più legato alla propria umanità, poteva
lasciarsi andare ad atti e comportamenti solitamente inusuali o mal
tollerati.
_ Verso la fine del V secolo, la chiesa introduce una innovazione:
l’imposizione delle ceneri sul capo dei fedeli in segno di penitenza e
contrizione per le intemperanze carnevalesche.
Dunque il carnevale serviva a tirar fuori i disagi, la ribellione, la
satira. La Chiesa decise di chiudere quelle giornate con le ceneri.
{{Noi ci dovremmo pentire di andare a Vicenza, noi ci dovremmo pentire di
dire il nostro pensiero e manifestarlo? Noi?}}
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